Oggi inizia la festa ebraica di Chanukkah. La festività commemora la consacrazione del nuovo altare nel Tempio di Gerusalemme dopo la liberazione della Giudea dall’occupazione ellenico-siriana nel secondo secolo A.C.
Sotto la dominazione dei Seleucidi, gli ebrei, pur dovendo pagare il tributo in tasse alla dinastia al potere, avevano tuttavia libertà di culto fino a quando non giunse al trono nel 174 A.C. Antioco Epifane IV, il quale, con la complicità degli ebrei ellenizzati, a un certo punto decise la progressiva sostituzione del culto ebraico con quello pagano. Questo provocò una rivolta guidata da Mattatia, un sacerdote della famiglia degli Asmonei e i dai suoi cinque figli tra cui Giuda Maccabeo. A seguito del successo della rivolta il Tempio profanato venne ridedicato al suo culto originario.
Il nome “chanukkah”, variamente traslitterato deriva infatti dal verbo ebraico לַחֲנוֹך (dedicare). Le fonti (Maccabei, Mishna, Talmud, e altre) attestano che quando il tempio venne purificato, i figli di Israele cercarono l’olio per accendervi le lampade ma non ne trovarono se non un piccolo quantitativo chiuso in una scodella con sopra impresso il sigillo dell’Alto Sacerdote dai tempi di Samuele. L’olio era sufficiente solo per un giorno, tuttavia le lampade, con quel piccolo quantitativo di olio, restarono accese per otto giorni consecutivi. Da qui il miracolo di Channukah.
La festa commemora la resistenza ebraica contro l’invasore e il suo tentativo di cancellare la specificità religiosa e dunque identitaria di Israele imponendogli una egemonia culturale religiosa estranea ad esso. Simboleggia anche la vittoria della luce sulle tenebre e ci ricorda, purtroppo, un aspetto persistente all’interno della storia del popolo ebraico, quello di chi, in epoche storiche diverse ha cercato con la violenza, la sopraffazione e la persecuzione di rimuoverlo dalla scena. I nemici di ieri e quelli di oggi.