Apprendiamo da Anna Foa, storica prêt-à-porter, e riferimento obbligato della sinistra ebraica da salotto e non solo ebraica, che la ripresa della guerra a Gaza è dovuta al fatto che Netanyahu non vuole la tregua.
Lo sospettavamo che il problema fosse Netanyahu e non Hamas che la tregua la cerca affannosamente dall’inizio con chi ha dato il via a questa “indecente” guerra che fa strame di palestinesi. Nulla di nuovo, per la Foa. Netanyahu a cui riconosce “molta abilità”, è poco meno di un criminale. D’altronde, ha sequetrato il parlamento che osa, come è nelle sue prerogative, dimissionare il capo dello Shin Bet e si appresta a farlo con il Procuratore Generale. Come recita il titolo del suo ultimo libro, Il suicidio di Israele, Israele si sta suicidando, e questo suicidio non fa che proseguire. Il cupio dissolvi dura già da tempo come lei stessa ci ha insegnato,https://www.linformale.eu/come-il-terzo-reich/ma non siamo ancora al culmine, o forse sì, a breve. Tocca aspettare, insieme a Vladimiro ed Estragone.
L’intervistatore del quotidiano La Stampa, le chiede come mai nella Diaspora non si levino più voci contro questa deriva in corso, e lei dice di non saperlo, anche se forse lo sa, essendosi interrogata molte volte, si tratta di vittimismo.
Gli ebrei, soprattutto quelli europei si sentono sempre vittime, lei no, sicuramente, e in base a ciò si sentono protetti da Israele, e poi c’è il rabbinato israeliano che influisce. Anche questo lo sospettavamo, la lobby ebraica fa inevitabilmente capolino in qualche forma ed è quella che promuove l’accusa di antisemitismo contro chi critica Israele (vecchio trucco), ormai un Paese “razzista”. Razzista e suicidiario.
Naturalmente, tutto questo potrebbe essere modificato, forse. La Foa non lo dice ma è sottointeso, basterebbe togliere di mezzo Netanyahu e il suo terribile governo e mettere al suo posto un governo di sinistra, il quale troverebbe subito un buon accordo con Hamas, magari lasciandolo a Gaza, e magari mettendo in piedi quella bella soluzione che costantemente si differisce, lo Stato palestinese, una entità liberale e democratica che aiuterebbe Israele a evitare il suo suicidio e a liberarsi, finalmente, dal razzismo.
