Islam e Islamismo

L’orrore in Costa d’Avorio: vittime costrette ad urlare “Allahu Akbar” prima di essere uccise

I terroristi jihadisti che ieri hanno aperto il fuoco contro i turisti in una località balneare in Costa d’Avorio hanno costretto le vittime a gridare “Allahu Akbar” (Dio è grande) prima di sparare, secondo testimoni oculari.
I sei uomini armati, poi identificati come componenti del gruppo terroristico islamico di Al-Qaeda nel Maghreb Islamico (AQIM), hanno portato a termine la loro follia omicida nei pressi di tre alberghi della cittadina costiera di Grand-Bassam, uccidendo 16 persone prima di essere neutralizzati.

Al Qaeda ha definito i terroristi “eroi” per l’assalto al villaggio.
I testimoni hanno riferito che i terroristi erano giovani, sulla trentina, e un ufficiale militare ha raccontato che gli uomini armati hanno “costretto le loro vittime a urlare ‘Allahu Akbar’ prima di sparare contro di loro”, mentre essi stessi facevano lo stesso.
Durante la loro furia, gli uomini armati hanno ucciso almeno 14 civili e due membri delle forze speciali, lasciando la spiaggia cosparsa di cadaveri in un lago di sangue prima che potessero essere portati via dalle forze di sicurezza e dagli operatori della Croce Rossa ivoriana.
Secondo altre testimonianze, un turista ha cercato di fare una chiamata sul suo cellulare quando uno degli assalitori è giunto dietro di lui e gli ha sparato alla testa, urlando “Allahu akbar”.

I terroristi erano dotati di diversi tipi di armi. Un testimone, un cittadino libanese che alloggiava all’Hotel Étoile du Sud, ha detto che uno degli aggressori aveva con sé un fucile d’assalto Kalashnikov e indossava una cintura esplosiva.
Tutti i sei assalitori sono stati poi uccisi.

L’attacco di ieri è stato l’ultimo di una serie di attacchi jihadisti agli hotel di lusso popolati da turisti occidentali, in precedenza ci sono state le stragi nelle capitali della vicina Mali e del Burkina Faso che hanno causato decine di morti.
Come in quest’ultimo attacco in Costa d’Avorio, il gruppo Al-Qaeda nel Maghreb islamico ha rivendicato anche la responsabilità delle stragi in Mali e Burkina Faso nel mese di novembre 2015 e nel gennaio di quest’anno.

Foto: Afp

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