“Islamofobia” è un’idea inventata recentemente e diffusa dai sostenitori e dagli apologeti dell’Islam allo scopo di mettere a tacere le critiche nei suoi confronti. Il termine “fobia” indica una paura irrazionale, che è il modo in cui gli utenti del termine sperano che la critica dell’Islam venga assimilata.
Come è ben noto, la legge della sharia proibisce la critica dell’Islam, di Allah, di Maometto o del Corano; i trasgressori (o anche quelli ingiustamente accusati) sono soggetti per legge della sharia all’esecuzione sommaria. Là dove l’esecuzione di questo reato è più rara a causa della sua illegalità, come in America e in Canada, i difensori dell’Islam hanno cercato di evitare le critiche presentandosi come vittime di una ingiusta persecuzione e usando la moral suasion attraverso il concetto di islamofobia.
L’islamofobia è diventata un argomento standard nei corsi di studi mediorientali e di studi islamici, e spesso presentata attraverso conferenze e pubblicazioni come una grande minaccia per il benessere dei musulmani in Nord America. In realtà, le statistiche governative sui crimini di odio legati alla religione indicano che gli ebrei sono di gran lunga il gruppo più bersagliato – e molti di questi crimini sono perpetrati dai musulmani. I musulmani sono bersagli in una piccola minoranza di casi.
Alcuni professori di studi islamici e del Medio Oriente sembrano ritenere che il loro compito sia quello di presentare l’Islam nella migliore luce possibile. Mentre milizie islamiche e proto-stati combattono quotidianamente per conquistare terre e popolazioni in nome della jihad per il Califfato, i professori ei commentatori dei media affermano che il jihad in realtà significa “lotta interiore per sottomettersi a Dio”. La maggior parte dei leader politici più importanti dell’Occidente annuncia che l’Islam è una religione di pace, anche se valutano se andare in guerra contro i jihadisti. Sostengono che lo Stato islamico “non ha nulla a che fare con l’Islam”, anche se lo Stato islamico giustifica le sue politiche e azioni con riferimenti dettagliati ai testi fondanti dell’Islam.
Lo Stato islamico ha illustri i modelli da seguire: Maometto non ha forse dato impulso alle spinte militari del grande impero arabo musulmano, che conquistò rapidamente i territori tra l’India e la penisola iberica in nome di Allah? Il Corano non divide il mondo in Dar al-Islam, la terra della pace, e Dar al-harb, la terra degli infedeli e della guerra?
Dal Corano agli imam e agli ayatollah musulmani attuali, un tema prominente è l’uccisione obbligata degli infedeli e la conquista del mondo. Questo tema viene ripetuto negli statuti dei Fratelli Musulmani e di Hamas, negli scritti di Bin Laden e in una miriade di altri, e da predicatori prezzolati di origine mediorientale, nelle moschee in America e in Canada.
I tentativi di monitorare le moschee per incitamento all’odio e minacce all’ordine pubblico – come quelli messi in atto a New York – vengono denunciati da politici come il sindaco di New York, Bill de Blasio. Le accuse di islamofobia sono ormai diventate una seria inibizione per chi si deve occupare di pubblica sicurezza, così come, il timore delle accuse di razzismo ha da tempo impedito alle autorità governative di affrontare gravi violazioni della legge in tutto l’Occidente. Rapimenti, matrimoni forzati, stupri di gruppo e persino “delitti d’onore” commessi da immigrati del Medio Oriente e dell’Asia del Sud in paesi occidentali, spesso restano impuniti da parte delle agenzie governative.
Le femministe nordamericane non osano parlare dell’abuso delle donne nel mondo musulmano, di ciò che prescrive la legge del Corano e della Sharia, della vita quotidiana in famiglia, per timore di venire accusate di islamofobia. I membri della National Women’s Studies Association hanno recentemente votato per il boicottaggio di Israele, ma non possono esprimere commenti su matrimoni con bambine, matrimoni forzati, isolamento femminile, omicidi d’onore, stupri di gruppo di donne infedeli, o schiavitù e vendita di femmine per la schiavitù sessuale.
I leader dell’opinione pubblica occidentale hanno persino difeso i suprematisti islamici proibendo le critiche all’Islam. Il parlamento canadese ha recentemente condannato “l’islamofobia” e una commissione parlamentare sta elaborando delle misure per attuare questa mozione. Christine Douglass-Williams è stata licenziata dal consiglio della Canadian Race Relations Foundation per aver criticato l’Islam politico, dimostrando che il governo è disposto a licenziare dipendenti designati – anche delle cosiddette istituzioni indipendenti – per presunta islamofobia. Proprio come nelle commissioni canadesi dei “Diritti umani” e nei tribunali, la verità non è consentita come difesa.
Per molti anni, agli studenti in Canada e negli Stati Uniti è stato insegnato il “relativismo culturale”, che bolla le critiche nei confronti di altre culture e religioni come forme di razzismo, fanatismo e persino come un crimine contro l’umanità.
Anche i critici musulmani dell’Islam vengono licenziati; gli studenti rifiutano l’ex musulmana Ayaan Hirsi Ali per le sue critiche. Ogni valutazione positiva del suo lavoro è considerata l’islamofobia.
L’Occidente ha trascorso diversi secoli criticando il cristianesimo e rimuovendolo dall’ambito del governo. Eppure l’Islam totalitario, praticato da alcuni aderenti in modo brutale, oggi è difeso in Occidente. Funzionari e apologeti sostengono che l’Islam è intrinsecamente benigno, nonostante ciò non sia riflesso dal resoconto storico o in quello contemporaneo. Sembra che gli inventori e i propagatori dell’ “islamofobia” siano riusciti a mettere a tacere le critiche all’Islam al di là delle loro aspettative.
Philip Carl Salzman è professore emerito di antropologia alla McGill University, Senior Fellow presso il Frontier Center for Public Policy, Fellow al Middle East Forum e uno dei direttori di Scholars For Peace in the Middle East.
Traduzione di Niram Ferretti
https://www.meforum.org/57606/islamophobia-invention-has-served-its-purpose