Secondo il ministro della Difesa, Guido Crosetto l’attacco dell’esercito israeliano a delle telecamere situate in tre basi dell’UNIFIL costituirebbbe un “crimine di guerra”. Non contento e gonfiando il petto ha anche dichiarato che “l’Italia non si farà intimidire”.
Al di là delle affermazioni iperboliche e surreali vedremo come l’Italia, al pari di tutti gli altri Stati partecipanti all’inutile, dannosa ed estremamente costosa missione UNIFIL siano, invece, intimiditi e condizionati da Hezbollah fino ad essere diventati, nei fatti, degli “schermi” protettivi dei terroristi.
Per prima cosa va puntualizzato che Israele, da diversi giorni, ha chiesto l’allontanamento dell’inutile contingente ONU per evitare che i suoi membri potessero rimanere coinvolti negli scontri a fuoco. Inoltre, prima dell’azione militare ha chiesto ai militari vicini alle postazioni di osservazione di mettersi in sicurezza visto che si rifiutavano per mere ragioni politiche di allontanarsi dagli obiettivi dell’azione militare. È evidente che queste precauzioni hanno salvaguardato l’incolumità dei soldati dell’UNIFIL che non erano in nessun modo l’obiettivo dell’azione medesima.
L’ inutilità dell’UNIFIL
Il 7 ottobre 2000, pochi mesi dopo il completo ritiro israeliano dal Libano, Hezbollah attaccò Israele e uccise 3 soldati rapendone i corpi. Poche settimane dopo l’accaduto, furono pubblicati dei video nei quali si vedeva chiaramente che questa azione terroristica veniva compiuta sotto gli occhi dei soldati dell’UNIFIL che non fecero nulla per fermare i terroristi, neanche per recuperare i corpi dei soldati uccisi, semplicemente osservarono e girarono i blindati dall’altra parte. Timore o connivenza?
Il 16 febbraio 2001, un altro attacco di Hezbollah provocò la morte di un soldato israeliano. La stessa cosa si verificò il 14 aprile. Il 12 marzo 2002, un nuovo attacco di Hezbollah provocò la morte di 6 civili israeliani. Mentre il 29 agosto, a causa di un nuovo attacco di Hezbollah, muorì un soldato e altri due rimasero feriti gravemente.
Il 7 maggio 2003, un nuovo attacco di Hezbollah provocò un morto e 5 feriti. Il 20 luglio un cecchino di Hezbollah uccise due soldati israeliani. Il 10 agosto un ragazzino israeliano rimase ucciso per lo scoppio di un missile anti tank. Il 6 ottobre un ulteriore soldato israeliano venne ucciso in un attacco di Hezbollah.
Il gennaio 2004, un soldato israeliano venne ucciso da un missile anticarro di Hezbollah. Il 7 maggio un altro soldato israeliano venne ucciso dal fuoco di Hezbollah e molti altri rimasero gravemente feriti. Il 20 luglio due soldati israeliani furono uccisi da un cecchino di Hezbollah.
I casi qui riportati sono più gravi ma le azioni terroristiche di Hezbollah e le risposte israeliane sono numerosissime. A questo punto il Consiglio di Sicurezza approvò la Risoluzione 1559 con la quale si chiese il disarmo totale di tutte “le milizie armate” (perché i terroristi per l’ONU non esistono) in Libano temendo una nuova guerra. L’UNIFIL non fece nulla per implementare la risoluzione.
Il 9 gennaio 2005 una bomba piazzata dai terroristi di Hezbollah in una strada sul confine uccise un soldato israeliano. Il 29 giugno un colpo di mortaio di Hezbollah uccise un soldato israeliano e ne ferì gravemente altri 4.
Il 12 luglio 2006, l’ennesimo attacco di Hezbollah causò la morte di 2 soldati israeliani, i cui corpi furono rapiti, e il ferimento di numerosi civili nel susseguente attacco missilistico. Iniziò la seconda guerra del Libano, al termine dalla quale venne approvata la Risoluzione 1701 e il contingente UNIFIL venne potenziato con oltre 12.000 soldati dei quali 2.261 sono italiani.
Dal 2006 al 7 ottobre 2023 si sono verificati centinaia di attacchi con morti e feriti. Dopo il 7 ottobre, ci sono stati oltre 60 morti tra civili e soldati israeliani, nella totale inazione degli audaci soldati dell’UNIFIL.
Lo scopo dell’UNIFIL dopo le risoluzioni 1559 e 1701 è quello di disarmare le “milizie” nel sud del Libano coadiuvando l’esercito regolare libanese a riprendere il controllo del territorio a sud del fiume Litani. Nessuna di queste disposizioni è stata eseguita in questi ultimi 20 anni. L’UNIFIL ha lasciato che Hezbollah si armasse fino ai denti, attaccasse in continuazione Israele e di fatto si impossessasse di tutto il sud del Libano, cambiandone persino la composizione etnica cacciando migliaia di cristiano-maroniti.
Tutto questo è avvenuto sotto gli occhi dei soldati UNIFIL, italiani compresi. Ma stando alle parole di Crosetto l’Italia non si farebbe “intimidire”. Se così è, allora, viene da pensare che l’UNIFIL e, per la sua parte anche l’Italia, era ed è connivente delle azioni di Hezbollah, visto che i soldati si sono sempre girati dall’altra parte come fecero i loro colleghi nel 2000. Evidentemente per Crosetto e per il suo collega AntonioTajani, tutte le azioni terroristiche di Hezbollah, pure quella che ha causato l’uccisione a sangue freddo di un soldato irlandese del contingente nel dicembre 2022, non sono “violazione del diritto umanitario” o “crimini di guerra” visto che non si sono mai espressi così nei confronti di Hezbollah, per non mettere in pericolo i soldati, anche se, non si fanno intimidire.
Per Crosetto e Tajani, la totale inerzia e inazione dell’UNIFIL in questi 20 anni è, evidentemente, conforme alle Risoluzioni 1559 e 1701 e non una loro palese violazione.
La realtà dei fatti ci dice che l’UNIFIL è del tutto inutile e dannosa. Inutile, perché a fronte degli oltre 3,5 miliari di euro spesi dai contribuenti italiani, non ha mai sequestrato un solo fucile; dannosa perché i soldati sono diventati, progressivamente, degli scudi umani utilizzati da Hezbollah per compiere attacchi terroristici dalle dirette vicinanze delle basi militari dell’UNIFIL.
Sarebbe un bene che per la sicurezza e la dignità dei soldati italiani in Libano, essi vengano rimpatriai dai due prodi ministri e i miliardi di euro dei contribuenti gettati al vento vengano spesi in modo più utile.