Roma, 26 Gennaio 1564.
Avete letto bene la data, non è un refuso.
Questa mattina siamo tornati indietro di ben quattrocentocinquantadue anni, e al punto in cui siamo arrivati l’Italia non esiste più e chi comanda a Roma è Papa PIO IV.
Il concilio di Trento ha deciso che le nudità nell’arte non sono più ammesse e il pittore Daniele da Volterra, detto il ‘Braghettone’, armato di pennelli sta coprendo le nudità della Cappella Sistina.
Per cui la data è giusta.
Fino a ieri, 25 Gennaio 2016, la discussione era sull’opportunità di ricevere il presidente di una nazione come l’Iran dove ogni anno, dopo processi sulla cui legalità internazionale e in sfregio a ogni diritto universale dell’uomo, centinaia di persone vengono impiccate. Molte delle quali finiscono con il penzolare dalle gru per la sola ‘colpa’ di essere omosessuali.
Nei mesi immediatamente precedenti, fra il Dicembre 2015 e il Gennaio 2016, c’è stata anche un’accesa discussione sul fatto che alcune giornaliste o donne politiche italiane e europee in visita a Teheran si fossero coperte il capo con il velo come detta l’usanza imposta in quei luoghi anche se sul Corano non c’è nessuna indicazione di questo tipo.
Questa mattina però tutte le discussioni dei giorni scorsi hanno perso di ogni significato perché la gravità di ciò che le autorità italiane hanno deciso ha superato ogni limite, sia della fantapolitica che della decenza, e ci hanno trasportato indietro nel tempo in una situazione così surreale che anche a distanza di ore è difficile credere che sia successo davvero.
Qualcuno pensa che criticare Renzi e il suo esecutivo dopo le innumerevoli vicissitudini di carattere politico, economico e di contrasto di interessi vari, ad esempio il salvataggio delle banche di cui una del padre di un suo ministro, di cui si è reso protagonista sia come sparare sulla Croce Rossa, ma dopo che il Governo Italiano ha dato ordine di coprire le nudità delle opere d’arte esposte nei Musei Capitolini di Roma per non offendere il Presidente Rohani in visita presso lo stesso museo, non solo bisogna sparare ma abbiamo anzi il dovere di farlo. E nella fattispecie usando anche l’artiglieria pesante.
La visita nella città eterna da parte del leader iraniano è una delle dirette conseguenze della firma di accordi che hanno visto sul tavolo delle trattative volpi politiche, gente in malafede e dilettanti allo sbaraglio.
Una delle prove, ce ne sono molte ma citiamo solo l’ultima in ordine di tempo, è che prima della firma dell’accordo il Segretario di Stato John Kerry tranquillamente dichiarava di essere sicuro che i soldi della fine delle sanzioni sarebbero stati usati da Teheran per salvare la sua economia, e poi a giochi fatti lo abbiamo risentito ammettere, altrettanto tranquillamente, che indubbiamente parte del denaro finirà in mano ai Pasdaran e da lì a finanziare il terrorismo.
Se è lo stesso fautore degli accordi ad ammettere che ci sono delle ‘opacità’ possiamo credergli e nel contempo ringraziarlo di averci confermato tutti i dubbi che avevamo su di lui e sul suo operato.
Ma il terrorismo che colpisce, e l’assurdo è che potrebbe anche essere l’Europa o gli stessi USA a finanziare proiettili o esplosivo, può colpire anche in maniera molto pesante ma per quanto sconvolgente e sanguinoso possa essere non può riuscire a cambiare storia e cultura di una nazione o di un continente intero.
Quello che può farlo invece è il prostituirsi in maniera così palese nei confronti della controparte facendo chiaramente passare il messaggio di sottomissione totale che dice: “Noi a casa tua facciamo come dici tu e tu a casa nostra fai come ti pare e anzi ti aiutiamo a farlo”.
Perché coprire le opere d’arte che sono la testimonianza tangibile della cultura occidentale davanti a chi in casa propria pretende rispetto delle proprie usanze significa svendere il proprio essere, e l’ottenimento di contratti di affari, anche lucrosi, non può prescindere dal rispetto di se stessi e della proprio storia.
Coprire quelle statue e quei dipinti è stato come coprire se stessi, è stata una dichiarazione di vergogna di quello che siamo e di come ci siamo diventati, e chi ha dato ordine di mettere quelle coperture si è reso complice di uno dei peggiori atti di terrorismo possibili, un attacco che anche se non ha versato neanche una goccia di sangue ha gravemente ferito secoli di progresso umano.
Fino ad oggi pensavamo che i tempi dell’oscurantismo papale fossero finiti dal almeno quattrocento anni, ci sbagliavamo.
Oggi abbiamo avuto l’ennesima prova che nessuna conquista è per sempre e che ogni passo avanti verso la libertà può essere messo in discussione e che questo può essere fatto da chiunque, perfino da colui che è stato il sindaco di Firenze.