I palestinesi di Gaza stanno imparando a proprie spese che non hanno nemico più grande sulla scena mondiale degli antisionisti occidentali.
Beh, forse il Qatar. Chiamiamolo pareggio.
L’altro ieri, un palestinese trentaduenne di nome Ibrahim è andato a fare la spesa nel centro di Beit Lahiya, nel nord di Gaza, e si è imbattuto in una scena straordinaria: centinaia di abitanti di Gaza stavano marciando per protestare contro Hamas. Così si è unito a loro. Il messaggio dei manifestanti a Hamas era semplice: andatevene da Gaza e non tornate più.
Il New York Times riporta con adorabile onesetà: “I gazani, almeno pubblicamente, tendono a incolpare Israele per gran parte della morte, della distruzione e della fame che la guerra ha portato. Ma almeno alcuni ritengono anche Hamas responsabile per avere iniziato il conflitto guidando l’attacco del 7 ottobre 2023 contro Israele, rapendo 251 persone a Gaza e continuando a combattere piuttosto che rinunciare al proprio potere in cambio di un cessate il fuoco”.
Per quanto possa essere difficile da credere, è vero: i cittadini di Gaza non sono stati completamente onesti in pubblico. C’è una ragione per questo. Per fare un solo esempio, Amin Abed è stato quasi picchiato a morte con dei martelli per aver criticato Hamas. Abed è stato salvato dagli astanti, quindi presumibilmente, l’intenzione era quella di finirlo. Durante il cessate il fuoco, i membri di Hamas si sono vantati di avere giustiziato dei “collaboratori” e si sono filmati mentre sparavano ai civili.
Ecco cosa rende le proteste ancora più significative. Protestare contro Hamas in pubblico significa mettere a repentaglio la propria vita. Ciò è particolarmente vero perché le proteste erano destinate a essere filmate, per fare arrivare il messaggio al mondo. Il motivo per cui il mondo ha bisogno di sentire quel messaggio è che gli occidentali sono stati gli strumenti di propaganda volontari di Hamas. Le proteste nei campus non sono “pro-palestinesi”, sono pro-Hamas, e la gente di Gaza è vittima di Hamas. Ciò significa che il movimento di protesta antisionista in tutto il mondo si schiera oggettivamente contro le vittime e i civili di Gaza.
È vero ciò che dicono: i sinistrorsi occidentali sono disposti a combattere Israele fino all’ultimo palestinese. Gli attivisti agiati di Morningside Heights invocano la “resistenza” perché non attribuiscono alcun valore alle vite di ebrei o arabi, israeliani o palestinesi. Si illudono anche di credere a cose che i cittadini di Gaza non possono permettersi di credere, ad esempio che Israele distrugga in modo sconsiderato gli edifici residenziali perché gli piace farlo. In realtà, i cittadini di Gaza sanno che Hamas costruisce ingressi ai tunnel del terrore nelle case dei civili perché è stato fatto nelle loro abitazioni. Non è l’IDF a nascondere le bombe all’interno degli animali di peluche nelle camerette dei bambini palestinesi insieme a una telecamera per sapere quando fare esplodere quell’orsacchiotto del terrore. I cittadini di Gaza sanno che le loro case sarebbero ancora in piedi se non ci fosse Hamas; è davvero così semplice.
Ecco perché i cittadini di Gaza stanno dicendo esattamente la stessa cosa che hanno detto il governo israeliano e il governo degli Stati Uniti. Nelle parole di un uomo di Beit Lahiya: “Se Hamas non se ne va, la prossima guerra sarà solo questione di tempo”.
Il punto chiave non è esplicitato: anche i cittadini di Gaza sanno che non è Israele a desiderare la guerra, ma Hamas. Se i palestinesi di Gaza non cadono nell’equivalenza morale tra Hamas e Israele, che scusa hanno gli americani?
La risposta è nessuna. Nessuno, da nessuna parte, ha una scusa per tentare di equiparare Hamas e Israele. E nell’istante in cui un palestinese a Gaza ha la minima possibilità di essere onesto, lo dice chiaramente. L’esistenza di Israele non necessita della guerra; quella di Hamas sì.
Durante le proteste ci sono state anche lamentele in merito ad al Jazeera, la televisione di propaganda del Qatar. Il Qatar sponsorizza Hamas e veste i terroristi con gilet da giornalisti rendendo quasi impossibile distinguere Hamas da chiunque altro. I cittadini di Gaza non lo apprezzano, e non apprezzano le bugie diffuse in tutto il mondo dalla piattaforma di al Jazeera. Quelle bugie, dopotutto, condannano a morte i cittadini di Gaza di tutti i giorni. (Forse Steve Witkoff può parlare con i suoi amici qatarioti, che ha subissato di elogi per il loro presunto desiderio di pace.)
Chiunque affermi di lamentarsi delle tragiche condizioni di Gaza e tuttavia sostenga la continua esistenza di Hamas sta contribuendo e aggravando la miseria palestinese nella Striscia di Gaza. Questo è un raro punto di accordo tra israeliani e palestinesi. La connessione tra Hamas e la devastante guerra a Gaza è la stessa della connessione tra gravità e caduta di oggetti. La differenza è che nel caso di Hamas, il problema può essere risolto.
Traduzione di Niram Ferretti
https://www.commentary.org/seth-mandel/the-anti-hamas-protests-in-gaza/
