Un libro destinato ai ragazzini di terza media, 13-14 anni, riporta una versione completamente distorta della realtà di Gaza e dei territori contesi amministrati dall’Autorità Nazionale Palestinese. Menzogne gravi, trattandosi di un testo scolastico, totalmente sbilanciate a favore della propaganda araba e anti-israeliana.
“Fare geografia insieme” di Enzo De Marchi, Francesca Ferrara e Giulia Dottori, edito da Il Capitello, è un testo non solo da ritirare dalla scuole, ma anche dal commercio in senso lato.
Grave la malafede nel descrivere la situazione di Gaza, dove secondo gli autori del libro gli ebrei vivrebbero liberamente. Peccato non ci sia un solo ebreo a Gaza. Di più, gli ebrei sono definiti con il termine infamante di “coloni”, a sottolineare chi stia dalla parte del torto e chi siano i “colonizzatori”, “gli occupanti”, secondo uno dei più gettonati feticci della vulgata palestinista.
Dunque a Gaza vivono “rifugiati palestinesi” fuggiti dalle guerre contro Israele ma anche molti “coloni ebrei”. Peccato che dal 2005 non esistano più insediamenti ebraici nella striscia di Gaza e ovviamente gli ebrei (“coloni” o no) non siano per nulla tollerati da Hamas. Gaza, inoltre, non ha nulla a che fare con l’ANP, come erroneamente asserisce il testo, così come gli organi legislativi dell’Anp (e non l’amministrazione dello “stato palestinese”, che non esiste) hanno sede a Ramallah e non a Gerico. Ma sono dettagli.
Insegnamenti completamente distorti, menzogne inculcate a bambini di terza media.
Di più: la situazione economica dei palestinesi sarebbe precaria “a causa della tensione con Israele” e i palestinesi che lavorano in Israele fanno fatica a recarsi sul posto di lavoro per colpa della “chiusura dei confini”. E non poteva mancare il famoso “muro”, la barriera di protezione che secondo il libro ha peggiorato ulteriormente la situazione a partire dal 2002.
Poveri palestinesi, che tollerano i coloni ebrei a Gaza ma non possono entrare liberamente in Israele per lavorare.
Infine, la ciliegina: Gerusalemme considerata capitale dall’Anp (tutta Gerusalemme) ma rivendicata anche da Israele.
Una deformazione totale della realtà che probabilmente non si legge neppure sui testi scolastici diffusi nelle scuole di Ramallah. Un’aberrazione che offende il decoro stesso e la credibilità dell’Istruzione italiana. Un problema che nasce nelle scuole Medie inferiori e si protrae fino agli ambienti accademici.
Quando si dice: (dis)educarli fin da piccoli.