Durante il vertice dei Parlamenti dell’Unione per il Mediterraneo, a Palazzo Madama, si è parlato anche del conflitto arabo-israeliano. La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha infatti risposto al presidente del Consiglio Nazionale Palestinese, Zuhair Sanduqa, il quale si era rivolto all’assemblea dell’Upm sostenendo che il popolo palestinese vivrebbe “sotto embargo israeliano” e sarebbe “sotto occupazione duratura”, con “6 mila prigionieri nelle carceri israeliane, fra cui donne e bambini, che rischiano di morire per lo sciopero della fame in corso da oltre 25 giorni”. Sciopero, per inciso, organizzato dal terrorista Barghouti che pare aver ceduto presto ai peccati di gola.
Il delegato palestinese ha quindi fatto appello “alle coscienze” affinché aiutino “il popolo palestinese che soffre”.
Per colpa, a suo avviso, di Israele, dell’embargo e dell’occupazione.
La risposta di Laura Boldrini non si è fatta attendere. Secondo la terza carica dello stato italiano, quanto riferito da Sanduqa sarebbe “un problema enorme che sappiamo esistere”.
L’ex portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha continuato: “Credo che (Sanduqa n.d.r.) abbia fatto bene a sollevare tale questione e che questa sia una sede che, in un momento in cui le trattative a livello di governo non sembrano dare i risultati sperati, potrà portare a un rilancio del dialogo arabo-israeliano”.
Laura Boldrini ha voluto ricordare “che il nuovo ordine del Mediterraneo, di cui ha parlato il nostro presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, passa per la soluzione del conflitto arabo-israeliano”.
Ha poi aggiunto: “Credo che un’ Assemblea parlamentare abbia il dovere di discutere, di collaborare, di proporre nuove idee”. “Noi non possiamo ignorare questo dato, quando parliamo di sviluppo sostenibile che deve essere diffuso a tutti e si deve basare su principi democratici”. Infine, ha concluso: “L’Assemblea dell’Upm, e la Commissione politica di cui disponiamo, può essere investita da questo tema che deve essere affrontato per riuscire a mettere insieme i punti che possono essere in grado di rilanciare il dialogo arabo-israeliano”.