Rima Khalaf, giordana, è stata fino a venerdì segretario esecutivo della Commissione Economica e Sociale per l’Asia Occidentale, un’agenzia dell’ONU con sede a Beirut. Il mercoledì precedente lei aveva pubblicato nel sito dell’ agenzia un rapporto intitolato “Le pratiche di Israele nei confronti del popolo palestinese ed il problema dell’apartheid”, nel quale Richard Falk, un notorio esponente dell’antisemitismo più radicale, ex referente speciale dell’ONU per i diritti umani in Palestina, affermava che “le prove disponibili confermano oltre ogni ragionevole dubbio che Israele è colpevole di politica e di pratiche che costituiscono il crimine dell’apartheid secondo le leggi internazionali”.
Il rapporto concludeva che “Israele ha creato un regime di apartheid che istituzionalizza sistematicamente l’oppressione razziale e la dominazione del popolo palestinese nel suo insieme”.
Su richiesta dell’ambasciatrice americana all’ONU Nikki Haley il segretario generale Antonio Guterres ha preteso che Khalaf eliminasse immediatamente dal sito dell’ONU quel rapporto: dopo aver eseguito questo ordine, Khalaf ha annunciato in una conferenza stampa di aver rassegnato le dimissioni ed ha accusato Israele di aver esercitato pressioni sull’ONU.
A New York un portavoce ufficiale dell’ONU ha poi affermato che il segretario generale non può accettare che un sottosegretario generale o qualsiasi altro esponente di alto rango dell’ONU pubblichi un rapporto non autorizzato a nome delle Nazioni Unite, con il logo delle Nazioni Unite, senza essersi prima consultato con lui.
L’ambasciatore israeliano all’ONU Danny Danon ha sottolineato che per anni Khalaf aveva sostenuto dall’alto della sua posizione il movimento BDS, che chiede il boicottaggio sistematico di Israele; l’ambasciatrice Haley ha soggiunto che la diffusione di un rapporto falso e diffamatorio giustifica la richiesta di dimissioni del responsabile.
Anche in questo ambito risalta con molta evidenza il cambiamento avvenuto al vertice dell’amministrazione americana. Il presidente Obama non avrebbe certamente reagito con altrettanta energia, come è dimostrato dal comportamento suo e del suo ambasciatore presso le Nazioni Unite in una moltitudine di casi assimilabili a questo, e va anche detto che il nuovo segretario generale dell’ONU è distante anni luce dai suoi predecessori nel suo vigoroso atteggiamento di contrasto alle accuse infondate e viziate dal pregiudizio nei confronti di Israele.