Interviste

“La verità deve essere conosciuta“: Intervista con Raymond Ibrahim

La profonda conoscenza dell’Islam di Raymond Ibrahim lo colloca oggi tra quegli studiosi come Robert Spencer, Andrew Bostom e in Europa Bat Ye’Or, il cui lavoro ha avuto il potere di dissolvere il mito dell’Islam come religione inclusiva e benigna la quale avrebbe contribuito a formare la civiltà occidentale.

Secondo questa narrativa, il jihadismo non costituirebbe una caratteristica centrale dell’Islam e gruppi islamici come l’Isis, Al Qaeda, Boko Harem e diversi altri sarebbero fondamentalmente delle aberrazioni. Ma come mostra chiaramente la ricerca di questi autori, tutto ciò è assai lontano dalla verità.

l’Informale ha intervistato nuovamente Raymond Ibrahim in concomitanza con l’uscita del suo nuovo libro.

Il suo ultimo libro, La Spada e la Scimitarra: Quattordici Secoli di guerra tra l’Islam e l’Occidente, che uscirà negli Stati Uniti il 28 agosto è una cronaca delle battaglie tra l’Islam e l’Occidente. Prima di parlare del libro le vorrei chiedere quanto il concetto di jihad inteso come guerra santa  è centrale nel modo in cui l’Islam ha interpretato se stesso lungo i secoli?

Il concetto di jihad è stato centrale fin dal principio, perlomeno secondo i primi storici dell’Islam i quali frequentemente descrivono i primi guerrieri di Allah come ardenti di zelo per il jihad. Come ha sottolineato Bat Ye’Or, “Il jihad…è il cuore della storia e della civiltà islamica. Da quando questa dottrina fu elaborata per la prima volta dalla giurisprudenza nel VII e IX secolo, non è stata più messa in discussione”.

L’ultima volta che l’Islam cercò di penetrare in Europa tramite la guerra fu il 12 di settembre del 1683 a Kalhenberg, vicino a Vienna, dove 65.000 cristiani combatterono 20.000 turchi ottomani. Per quanto tempo dopo questa data si è arrestato il jihad contro l’Occidente e quando e perché è ricominciato?

Le scorribande sono continuate per qualche tempo, particolarmente via mare e fino al tardo Settecento, il che significa per almeno un secolo dopo la vittoriosa difesa di Vienna. Anche se l’impero Ottomano stava cominciando la sua lenta ritirata dall’Europa dell’Est, gli schiavisti musulmani dei cosiddetti stati barbareschi del Nord Africa portarono la devastazione lungo le coste dell’Europa, arrivando fino all’Islanda. La prima guerra combattuta dagli Stati Uniti, che ebbe luogo ancora prima che potesse eleggere il suo primo presidente, fu contro gli schiavisti islamici.  Quando Thomas Jefferson e John Adams chiesero all’ambasciatore degli stati barbareschi perché la sua gente schiavizzasse i marinai americani  “l’ambasciatore ci rispose che ciò era basato sulle leggi del loro profeta, che erano scritte nel loro Corano, che era…il loro diritto e dovere fare la guerra ai non musulmani ovunque li trovassero e di renderli schiavi in modo da poterli fare prigionieri”.

Nel suo testo seminale del 1996, Samuel P. Huntington scrisse a proposito dell’Islam e dell’Occidente, la seguente frase, “Kto? Kovo? Chi deve comandare? Chi deve essere governato? La questione fondamentale della politica definite da Lenin è la radice del contrasto tra l’Islam e l’Occidente” E’ d’accordo?

Sì, in quanto i musulmani devono sempre operare in modo da far sì che l’Islam domini i non musulmani, sulla base della loro sharia, la quale mentre consente delle tregue e dei periodi di pace, particolarmente quando l’Islam è debole nel suo confronto contro gli infedeli, vede anche il diffondersi del dominio musulmano come il culmine della missione islamica che è cominciata nel 630.

Parliamo ora del suo nuovo libro, La Spada e la Scimitarra: Quattordici secoli di guerra tra l’Islam e l’Occidente. Cosa l’ha portata a scrivere un libro focalizzato specificamente sulle battaglie che hanno avuto luogo lungo i secoli tra l’Islam e l’Occidente?

Sì, come indica il titolo, il libro è una storia militare tra l’Islam e l’Occidente, narrata intorno ai suoi otto scontri decisivi, il primo e l’ultimo separati da un millennio. Ma mentre le otto battaglie/assedi formano il nucleo centrale del libro, il grosso del testo traccia cronologicamente la storia generale e assai dimenticata, dell’Islam e dell’Occidente, buona parte della quale si è basata sulla guerra, con il contorno conseguente di morte, distruzione, schiavitù, demarcazioni geopolitiche e riconfigurazioni del territorio. Si può dire che ho cominciato a lavorare su alcune porzioni del libro venti anni fa, dal 1998-99, quando iniziai a svolgere la mia ricerca accademica per quella che sarebbe diventata la mia tesi di laurea in storia: un esame riavvicinato attraverso le fonti arabe e greche originali della battaglia di Yarmuk, il primo grande confronto militare tra l’Islam e l’impero romano dell’Est nel 636, di cui tratto nel primo capitolo del libro. Da allora ho continuato a studiare lo scontro storico tra l’Occidente e l’Islam, scrivendo articoli sporadici ma attinenti al tema, come per esempio sul secondo assedio di Costantinopoli e sulla battaglia di Tours, e ovvimente lavorando e limando La Spada e la Scimitarra.

Fino a che punto il terrorismo islamico che affrontiamo oggi è una continuazione delle battaglie tra l’islam e l’Occidente di cui lei narra in La Spada e la Scimitarra?

Lo è in modo sostanziale. Sia la motivazione che la struttura degli atti terroristici sono riflessi di passate motivazioni islamiche e delle loro strutture. In altre parole, le pagine del mio libro sono piene delle parole e degli atti orribili commessi da gruppi moderni come lo Stato islamico, i quali ordinano agli europei di convertirsi all’Islam o di essere passati per la spada, che praticano la distruzione delle chiese, gli stermini di massa, tramite la decapitazione, la crocefissione, o l’arsione e lo stupro e la schiavizzazione delle donne e dei bambini cristiani. Tutto ciò è descritto nelle pagine del mio libro.

L’Islam è un modo di vita. E’ un compendio complessivo di idee e regole che differisce profondamente dai nostri valori occidentali. Esiste una qualche possibilità di accomodamento tra l’Islam e le società occidentali o si tratta solo di una pia illusione?

Si possono mischiare l’olio e l’acqua? Allo stesso modo gli insegnamenti islamici, nella loro purezza, così come i valori occidentali, sono spesso antitetici uno con l’altro. Noi crediamo nella libertà di religione, mentre nell’Islam coloro i quali desiderano diventare apostati vengono penalizzati, anche con la morte, l’Occidente crede nella libertà di parola, mentre nell’Islam chiunque svolga un pensiero critico su Maometto è a rischio della sua vita. Ovviamente un musulmano secolare o nominale può assimilarsi in una società occidentale, ma ciò non è un riflesso dell’islam, che non ha nulla di nominale ma è una via totalmente basata sulla sharia.

Secondo lei quali sono i modi in cui l’Europa da una parte e gli Stati Uniti dall’altra possono affrontare la realtà dell’Islam in un modo tale che possa essere utile sia per gli occidentali che per i musulmani? Quali sono i falsi presupposti che vanno respinti?

Innanzitutto va riconosciuta òa verità, incluso ciò che racconto nel mio ultimo libro, che per oltre un millennio, i musulmani hanno invaso il territorio europeo-cristiano basandosi sulla medesima logica che sostiene i gruppi terroristici islamici, in altre parole, che è un loro diritto invadere, conquistare, massacrare e schiavizzare gli infedeli e per nessun’altra ragione se non quella che non sono musulmani. Se questo è il modo in cui i musulmani si sono comportati per secoli, c’è veramente bisogno di trovare una ragione per comprendere come mai una parte di loro si comporta oggi nello stesso modo? Le dispute territoriali, le lamentele, ecc. sono necessarie per spiegare questa incessante ostilità? Una volta che questi fatti sono assimilati, il resto, politica inclusa, per esempio la questione della immigrazione musulmana, diventa del tutto facile da comprendere.

Quanto è intrinseca la violenza religiosa nell’Islam e in che modo differisce dal modo in cui è presentata nella Bibbia e ha accompagnato il cristianesimo nel corso della storia?

Molti apologeti dell’Islam amano affermare che la Bibbia, soprattutto le scritture ebraiche o l’Antico Testamento, sono altrettanto se non più sanguinari e violenti del Corano, quindi perché dobbiamo insistere che la violenza musulmana è radicata nelle scritture islamiche? Il problema nel paragonare la violenza presente nella Bibbia con la violenza presente nel Corano è che confonde il piano della storia con quello della dottrina. La maggioranza della violenza presente nella Bibbia è riportata in quanto storia, come una descrizione di eventi. Al contrario, l’impressionante mole di violenza che è presente nel Corano ha un significato dottrinale. Il Corano usa un linguaggio esplicito nel chiamare i fedeli alla violenza nei confronti dei non musulmani. La rinvio per un’analisi dettagliata al mio articolo, Are Judaism and Christianity as violent as Islam?

In una intervista che ho fatto a Mordechai Kedar, studioso israeliano e commentatore politico, a proposito della distinzione tra “Islam” e “Islamismo”, mi ha detto, “Islam e Islamismo sono due modelli occidentali che i musulmani non comprendono nella stragrande maggioranza dei casi. Quello che conoscono è tra chi mantiene rigorosamente l’ordine dell’Islam e le sue ingiunzioni e coloro che non lo fanno” E’ d’accordo?

Nel modo più totale. Si tratta di costrutti occidentali che sono incomprensibili per la maggioranza dei musulmani.

Vorrei concludere la nostra intervista con la stessa domanda che ho posto a Robert Spencer. Se dovesse riassumere cos’è per lei l’Islam cosa direbbe?

L’Islam è un sistema di credenze che ha come scopo quello di governare ogni aspetto della vita di chi lo abbraccia. E’ interamente costruito su i presunti insegnamenti di un arabo del settimo secolo, il quale da tutto ciò che si sa si comportava come un arabo del settimo secolo, il che significa in modo tribale e non civilizzato. Se quest’uomo è stato un falso profeta, un bugiardo, che è la posizione predefinita non islamica, non può certo essere una sorpresa se l’intera visione del mondo che seguono i suoi seguaci, che è tribale e non civilizzata, crei un costante confronto con le altre civiltà.

 

 

 

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