“Non ci arrenderemo mai ai messaggi di odio; non ci arrenderemo all’antisionismo perché è una forma reinventata di antisemitismo”.
Con queste parole forti, chiare ed, in un certo senso, inaspettate, il presidente francese Emmanuel Macron ha onorato la cerimonia per ricordare il settantacinquesimo anniversario della deportazione degli ebrei francesi, nota storicamente come rastrellamento del Vel d’Hiv, la retata del Velodromo d’Inverno avvenuta a Parigi nella notte tra il 16 e il 17 luglio del 1942. Quella notte si sono verificati arresti di massa della polizia francese nei confronti degli ebrei, poi imprigionati nel velodromo parigino e nel campo di internamento di Drancy in attesa di essere deportati ad Auschwitz.
Presente alla cerimonia anche il premier israeliano Benjamin Netanyahu, oltre a rappresentanti della comunità ebraica francese.
Le parole di Macron rappresentano un’importante inversione di tendenza rispetto alla politica filo-araba sempre adottata dalla Francia, anche se fanno da contraltare al recente incontro del presidente francese con il leader dell’Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen. Una visita caratterizzata da toni amichevoli e anche da complimenti di Macron nei confronti di Abu Mazen per i “passi avanti” che quest’ultimo avrebbe compiuto per raggiungere la pace. Macron ha addirittura dichiarato di “conoscere il suo (di Abu Mazen n.d.r.) impegno costante in favore della non violenza”.
Complimenti senza dubbio diplomatici, ma anche esagerati e fuori luogo. Meno diplomatiche e sicuramente più importanti e significative sono però le parole del presidente francese sull’antisionismo, finalmente affiancato all’antisemitismo e condannato con fermezza. E’ la prima volta per un presidente francese.
Macron si è anche soffermato sull’analisi storico del rastrellamento degli ebrei francesi, sostenendo che “C’è chi dice che Vichy non era la Francia. È vero che Vichy non era tutta la Francia, ma Vichy era il governo della Francia e dell’establishment francese. Fu responsabile della deportazione degli ebrei francesi, e non tedeschi”.
Una netta distanza nei confronti di Marine Le Pen, che aveva invece negato la responsabilità francese dei rastrellamenti, sostenendo addirittura che Vichy non fosse il legittimo governo francese.
Macron ha posto fine ad ogni equivoco storico, tipico di quella parte (maggioritaria) di Francia che non vuole fare i conti con le proprie responsabilità. Altri presidenti francesi prima di lui, come Chirac, avevano già ammesso le responsabilità francesi su Vicky e il rastrellamento del Vel d’Hiv.
Le dure parole di condanna dell’antisionismo, invece, rappresentano una svolta storica di Macron. La speranza è che i fatti seguano alle parole.