Partecipare al seminario “L’eredità di Edward Said in Palestina” varrà tre crediti formativi. L’Ateneo di Torino ha pubblicizzato l’evento, annunciandolo anche sul proprio sito. Peccato che in quel convegno risulti tra i relatori Ilan Pappé, da tempo screditato dal ben più autorevole storico Benny Morris, e che come organizzatore figuri “Progetto Palestina”, un gruppo di studenti universitari torinesi che ha già promosso altri convegni antisionisti e varie iniziative contro Israele.
Insomma, non proprio una lectio magistralis ma un seminario di parte, come altri che si sono tenuti recentemente al campus Einaudi di Torino lo scorso gennaio. In uno di questi, Israele è stato addirittura paragonato al Sudafrica dell’apartheid, in un altro accusato di aver speculato sulla Shoah, il tutto in concomitanza con il Giorno della Memoria.
Edward Said scrittore e docente statunitense di origine araba, sarà raccontato da nove relatori, tutti docenti universitari, tra cui appunto Ilan Pappé. Il convegno si svolgerà l’1 e il 2 marzo sempre al campus Einaudi di Torino, Pappé parlerà solo la mattina dell’1 anche perché il 2 interverrà in un altro evento che si terrà presso l’Università di Salerno.
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Dopo i discutibili eventi di gennaio, il campus Einaudi ospiterà quindi un nuovo evento organizzato da “Progetto Palestina” che stavolta varrà ben tre crediti formativi. Il Rettore, Gianmaria Ajani, interpellato in merito dal quotidiano La Stampa ha fatto sapere che ” “L’università è un luogo aperto e questo ha tanti lati positivi ma si porta dietro anche qualche problema. Se un gruppo decide di prendere un’aula per fare un incontro non è possibile farci molto. Chiedere l’intervento delle forze dell’ordine non è una strada percorribile e l’Ateneo può solo decidere di non supportare questo tipo di iniziative”.
Le polemiche, però non sono mancate. La docente Daniela Santus ha spiegato: “I relatori invitati sono di parte e in alcuni casi le loro tesi sono state messe in discussione dalla comunità scientifica internazionale perché si basavano su fonti di seconda mano”, mentre Angelo Pezzana ha posto l’accento sui crediti formativi: “Se si autorizzano certi incontri e si danno anche crediti formativi per seguirli non si tratta di tolleranza ma di connivenza”.