Ieri si è festeggiato il 125mo anniversario del primo congresso sionista avvenuto a Basilea il 29 agosto 1897. In virtù di esso venne posta la prima pietra che portò alla costituzione del moderno Stato di Israele. L’artefice principale di questo straordinario percorso fu il giornalista austriaco Theodor Herzl. Alla base della necessità di ricostituire uno Stato per il popolo ebraico vi era un profondo e radicato antisemistismo che in Europa, come nel mondo islamico, era ancora molto vivo e a tratti feroce. Da qui la visione di Herzl che riteneva la creazione di Israele l’unico modo per rendere sicura e dignitosa la vita per tutti gli ebrei del mondo.
Il suo iniziale lavoro ha prodotto un autentico miracolo: la creazione di Israele 50 anni dopo questo primo Congresso. Se consideriamo i tempi della politica e come era il mondo nel 1897 il risultato è semplicemente straordinario.
E’ grazie soprattutto a Herzl che la questione ebraica entra nelle cancellerie di tutta Europa e della Sublime Porta. Il popolo ebraico per la prima volta viene riconosciuto come una nazionalità al pari delle altre e come tale meritevole di un proprio Stato nazionale. Così il lavoro iniziato da Herzl fu riconosciuto a livello internazionale durante le trattative di pace a Parigi nel 1919, dove diverse delegazioni sioniste furono protagoniste nel portare avanti i diritti del popolo ebraico. Questi diritti furono riconosciuti ufficialmente dal diritto internazionale in occasione della Conferenza Internazionale di Sanremo dell’aprile 1920. Successivamente tali diritti furono inseriti nel trattato di pace di Sévres e soprattutto incastonati nel Mandato per la Palestina del 1922, istituito appositamente per creare uno Stato per il popolo ebraico. La conclusione di questo processo diplomatico e legale è stata la nascita di Israele nel 1948.
Molti ebrei (e non) sono stati degli autentici protagonisti che hanno permesso la nascita di Israele ma tutto è partito e si è sviluppato grazie alla tenacia, alla volontà e alla lungimiranza di Theodor Herzl.
Se uno dei motivi che spinsero Herzl a immaginare una patria sicura per il suo popolo, fu il forte antisemitismo di fine Ottocento, oggi a distanza di 125 anni lo stesso forte antisemitismo è ben presente in Europa e nel mondo musulmano. Esso ha semplicemente cambiato forma: oggi ha assunto quella dell’antisionismo ma presenta le stesse dinamiche e lo stesso fine dei secoli scorsi.
L’antisemitismo si è solo attualizzato e ha assunto una veste accettabile per una parte dell’opinione pubblica che vede Israele, l’unico porto sicuro per tutti gli ebrei del mondo che si trovano in pericolo, come un errore storico da cancellare. Alla lungimiranza di Theodor Herzl dobbiamo perennemente che Israele sia.