Youssef Sbai, 56 anni, ex vice presidente nazionale dell’Unione delle comunità islamiche in Italia (Ucoii), di cui è stato cofondatore, è il primo docente di fede musulmana ad entrare nelle scuole italiane di Polizia Penitenziaria, su iniziativa del ministero della Giustizia. Insegnerà “islamologia” al personale di polizia penitenziaria affinché gli agenti possano imparare a riconoscere tra i detenuti atteggiamenti di radicalizzazione, proselitismo alla violenza e cultura dell’odio occidentale.
Alcuni suoi post scovati su facebook però lasciano qualche legittimo dubbio sulla reale affidabilità della persona per un incarico così delicato. Youssef Sbai infatti ha definito i terroristi di Hamas “guerrieri palestinesi”, in un post ha scritto “Netanyahu finirà in coma come il suo predecessore Sharon”, ha addirittura pubblicato la bufala dei cecchini israeliani che uccidono 13 bambini, ha definito “disumani” i sionisti in contrapposizione con i palestinesi che avrebbero “grandi valori umani”, ha sostenuto che “la violenza che subiscono i cittadini di Gaza non ha eguali nella storia” e che i bombardamenti israeliani servono a far perdere la fiducia in Hamas, ha pubblicato un disegno di donne uccise a colpi di freccia dopo essere state legate a un palo con la stella di David incisa sopra.
Davvero è possibile che le istituzioni italiane possano affidare a chi pubblica contenuti di questo tipo un compito così delicato?
