Editoriali

La Patologia

“La politica israeliana ha spazzato via ogni possibilità di uno Stato Palestinese. Mi domando se non bisogna anche smettere di ripetere ipocritamente la formula “Due Popoli, Due Stati”. Lo Stato Palestinese non c’è più, è stato occupato, colonizzato. I territori palestinesi sono ormai come riserve indiane. Il vero problema che si pone è quello dei diritti umani e civili della popolazione. Uno Stato Palestinese non c’è più, c’è solo uno scenario sudafricano, in cui i palestinesi vivono una forma di apartheid.

L’Europa pare non voler capire che questa situazione rappresenta una minaccia diretta: l’odio che Israele e Usa attirano verso tutto l’Occidente potrà portare a nuove reclute per il terrorismo, a nuove ondate di rifugiati, e saremo noi europei a pagare il prezzo di questa ferita aperta”.

Queste parole febbricitanti e intessute di menzogna sono state pronunciate in una intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, poi ripresa dall’Huffington Post, da Massimo D’Alema, l’uomo che è stato sia Presidente del Consiglio che Ministro degli Esteri di questo paese e che è stato un papabile alla presidenza della repubblica.

L’odio di D’Alema per Israele è di vecchio conio. Appartiene al latte materno con cui è stato svezzato. Latte pastorizzato a Botteghe Oscure dove si serviva anche l’altro latte, quello dell’antiamericanismo. In merito ai recenti fatti accaduti al confine tra Israele e Gaza il giudizio è chiaro. Il colpevole, nel romanzo criminale di D’Alema, non può che essere Israele.

Nelle sue parole troviamo condensati tutti i feticci classici della demonizzazione persistente della sinistra (che non a caso parla lo stesso linguaggio dell’Islam militante,) contro lo Stato ebraico.

“Occupazione”, “Colonizzazione”, “Sud Africa”.

L’accusa di razzismo è sottointesa, quella di violenza indiscriminata non appare qui ma si trova precedentemente, quando l’ex titolare della Farnesina, l’amico di Tariq Ramadan e di Davide Piccardo, dice, che quello che è accaduto ai confini tra Israele e Gaza sarebbe stato un “barbaro eccidio di ragazzi disarmati”. Certo c’è anche la stoccatina per “l’imperdonabile cinismo di Hamas che manda ragazzi al massacro”, ampiamente superata però dalll’orrore dei “soldati israeliani che prendono di mira anche i bambini e poi festeggiano postando su Facebook i video dei colpi andati a segno”.

Siamo qui dentro nel rigurgito pestilenziale da cui rampollano maleodoranti  i topoi classici dell’antisemitismo così in voga nel mondo islamico, a cui, D’Alema, ha sempre guardato con malcelato affetto.

Gli israeliani uccisori di bambini a cui si aggiungerebbe il loro gaudio su Facebook. Mancano gli accenni all’espiantazione degli organi dai cadaveri dei palestinesi, l’avvelenamento delle falde acquifere, le sevizie agli infanti e avremo al completo tutto l’apparato più puro delle demonologia antiebraica. D’Alema non si risparmia nulla nel suo furore. Peccato che al di là dell’apparato delirante, sia lo stesso Hamas a smentirlo a proposito dei “ragazzi disarmati”. Salah Bardawil, uno degli ufficiali di Hamas ha appena dichiarato che “50 delle 62 persone martirizzate, appartenevano a Hamas”. Sì, sarebbero “martiri”, ma erano dei nostri, non poveri ragazzi inermi, vittime innocenti della crudeltà ebraica. Erano guerrieri, jihadisti.

L’IDF ne aveva identificati 24. Le loro immagini in assetto militare sono state fatte circolare nelle ultime ore. Otto di loro erano riusciti a introdursi in Israele aprendosi un varco nella barriera di confine dove avevano aperto il fuoco contro un reparto speciale dell’IDF, l’unita Maglan, per essere prontamente uccisi tutti quanti.

Ma il capolavoro della livida espettorazione dalemiana è quella sull’odio che si riverserebbe in Occidente a causa di Israele e, ovviamente, degli Stati Uniti. Saranno loro la causa del terrorismo futuro che si avrà in Europa, ci viene detto, così come sono, è sottointeso, gli artefici di quello presente.

Non è Israele da lodare perchè combatte dalla sua esistenza fino ad oggi contro il fondamentalismo islamico e il terrorismo che esso ha generato in buona parte del pianeta, no, sarebbe lui  stesso il responsabile.

Il capovolgimento della realtà e della verità tocca qui vertici parodistici, ma non c’è niente di comico nel livore di questo ex protagonista della politica italiana ormai destinato stabilmente alla sua periferia. Egli non fa che esibire tutto l’apparato demonizzante nei confronti di Israele, e come corollario, degli Stati Uniti, che la sinistra europea (e non solo europea) ha sviluppato negli ultimi cinquanta anni.

Dobbiamo ad essa e solo ad essa se l’Europa e la stessa idea di Occidente che essa incarnava è andata progressivamente inabissandosi. Dobbiamo ad essa e al sempre più viscerale antisionismo e antiamericanismo che l’ha ossessivamente nutrita e che ancora la nutre, se il jihadismo islamico ha potuto trovare qui il suo ventre molle, la mancanza di anticorpi, le diagnosi furvianti che gli sono favorevoli. Dobbiamo ad essa se oggi l’Europa abbraccia il palestinismo e si rifiuta di dichiarare che l’Islam ha al proprio interno una piaga infetta. Dobbiamo ad essa, infine, se questa Europa non è più capace di difendersi e trasforma i terroristi in “ragazzi inermi” e chi invece difende la propria sicurezza e i suoi confini in”assassino”.

D’Alema è soltanto un epifenomeno, e sicuramente non tra i più rilevanti, della grave patologia da cui siamo da troppo tempo affetti.

 

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