Un progetto patrocinato dal Comune di Torino, che per bocca del vicesindaco Montanari ha annunciato altri iniziative di cooperazione tra la giunta locale e il mondo dell’associazionismo filopalestinese. Lo stesso Montanari ha più volte ricordato il gemellaggio tra Torino e Gaza: non è in effetti la prima volta che partecipa a convegni insieme a Tagliacozzo, esponente del movimento Bds (Boicottaggio, Disinvestimenti e Sanzioni contro Israele). Quest’ultimo, dal canto suo, ha ricordato l’importanza del movimento Bds, che sarebbe a suo dire addirittura ingiustamente censurato nel mondo occidentale e in Italia.
L’esordio della presidentessa della onlus “Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese” è di quelli memorabili: “La colpa di ciò che succede a Gaza è al 100% di Israele”. Quindi la sofferenza della popolazione, la povertà, i “bambini che non sorridono”: colpa di Israele.
Gaza, secondo la dottoressa Cecconi, è “un carcere a cielo aperto” ed è, testualmente, “circondata da rete elettrificata come i campi di sterminio”. Il paragone tra il nazismo e Israele si conferma uno dei cavalli di battaglia della propaganda filopalestinese.
La dottoressa Cecconi non si ferma. Denuncia “Omicidi di ragazzi palestinesi che vanno a raccogliere akkoub”, altrimenti detta gundelia, pianta simili ai cardi.
Leggermente più sobrio l’intervento di Tagliacozzo, che ha ricordato che “Gaza ha subito tre operazioni militari devastanti nel 2009, 2012 e 2014. C’è una disoccupazione al 40%, che sale al 60% tra i giovani. Ma se i gazawi si ammalano devono andare in Israele perché a Gaza non ci sono strutture adeguate. Non tutti però vengono accettati”.
Israele non cura gli arabi?
E ancora: “il 95% dell’acqua non è potabile”, questo in virtù di una “Politica di attacco alle infrastrutture civili”.
E poi arriva l’auto-elogio: “Il movimento Bds è il maggior nemico di Israele dopo l’Iran, ma viene censurato, come accaduto recentemente a Roma su richiesta dell’Ambasciata israeliana”.
Infinte, Tagliacozzo propone: “Scambi culturali e di delegazioni con torino, città gemellata. A prescindere da chi governa nella Striscia. Nessuno è favorevole ad Hamas (quanta grazia! n.d.r.) ma il problema è rompere assedio e isolamento”. Un appello raccolto volentieri dal vicesindaco Montanari, il quale ha ritenuto opportuno aggiungere che il popolo palestinese vivrebbe da “decenni in stato di oppressione. Incredibile che la politica non trovi soluzioni”.
“Israele non ha mai rispettato le risoluzioni Onu. Nemmeno la 181 che ne sancisce la fondazione. Loro (gli ebrei n.d.r.) vogliono tutta la Palestina”.
La risoluzione 181 per la verità era stata rifiutata dagli arabi, Cecconi lo sa ma sostiene che “Era normale che gli arabi rifiutassero”.
Gli ebrei invece agiscono così perché “hanno la crudeltà di chi pensa che la terra gliel’abbia data Dio, ma ignorano che il padre del sionismo fosse ateo”. Un’argomentazione che sfiora l’antisemitismo.
Ma alla fine, in cosa consiste il progetto presentato? A fine conferenza si sono ricordati di dirlo: costruire un parco ambulatoriale nel campo profughi di Nar El Bared. A nord del Libano.
Non c’entra proprio nulla con Israele, ma si è parlato (male) solo di Israele. Con patrocinio e beneplacito della giunta comunale, che ha annunciato una pericolosa collaborazione.
Collaborazione, di fatto, con il movimento Bds, che tramite Tagliacozzo si è inserito nella conferenza senza che nessuno dei due esponenti istituzionali presenti ne prendesse le distanze, in primis Montanari.
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