Soltanto gli autentici profeti possono prevedere il futuro. Sembrerebbe un’affermazione del tutto logica, ma ciononostante molte persone rispettate per la loro autorevolezza, guadagnata grazie a numerose pubblicazioni scientifiche, preferiscono non rendersene conto. Già, perché coi numeri non si scherza; i numeri parlano chiaro e permettono di decifrare le leggi universali, ma non quelle “leggi”, come quelle demografiche, che dipendono dalle infinite variabili causate dalla mente e dall’azione umana.
Fatta questa necessaria, premessa, desidero qui riportare alcune cifre relative alla popolazione palestinese (e non solo questa), che Yoram Ettinger ha recentemente pubblicato e diffuso in interessanti interventi, tenutesi anche qui in Italia. Si tratta di cifre che guardano al passato, e non al futuro, non avendo Ettinger l’aspirazione a passare per un profeta.
Se guardiamo al 2022 (mancando ancora i dati relativi al 2023), Israele è l’unica nazione occidentale con un tasso di natalità relativamente elevato. Tale fatto fornisce garanzie per il futuro della sua difesa. Soltanto lo Yemen, l’Iraq e l’Egitto hanno un tasso superiore in Medio Oriente. Un fenomeno che si deve soprattutto all’incremento delle nascite tra gli ebrei laici; un aumento consolidato che persiste da 25 anni dal momento che, tra i cosiddetti “ultra-ortodossi”, il tasso è in lieve calo.
Se nel 1969 il tasso di fertilità tra le famiglie arabe era 6 volte quello delle famiglie ebraiche, nel 2015 si era raggiunto un pareggio e, nel 2020, il tasso di fertilità con almeno padre o madre ebrei era salito ancora, fino a raggiungere il 3.27%; mentre l’analogo tasso tra le famiglie musulmane scendeva al 2.99%.
A questo punto sembra opportuno osservare che l’aspettativa di vita nelle comunità arabe in Israele (78 anni per gli uomini, e 82 per le donne) è la più elevata rispetto a quella che si registra in tutte le nazioni musulmane (un bello schiaffo all’apartheid, a modesto parere dello scrivente). Inoltre, rispetto al 1995, i dati relativi al 2021 ci mostrano una popolazione ebraica mediamente sempre più giovane, a differenza di quella musulmana (passata dai 18 anni medi del 2005 ai 22 del 2021); questo lo si ricava considerando anche i nati e i morti in un anno nelle singole popolazioni.
Ed ora pare opportuno parlare delle classiche menzogne propalate dai palestinesi:
– Tra i palestinesi il numero di “cittadini” residenti all’estero da decenni cresce giorno dopo giorno, in contrasto con le regole internazionalmente riconosciute che non li riconoscono tali.
– I residenti a Gerusalemme Est con carta d’identità israeliana sono conteggiati due volte, nel censimento israeliano e in quello dell’ANP, così come tutti coloro che hanno contratto un matrimonio con arabi israeliani.
– E che dire dei tanti arabi che ogni anno emigrano, fin dal periodo dell’occupazione giordana? Ultimamente una media di circa 20.000 arabi sono emigrati, ogni anno, transitando attraverso le frontiere israeliane.
– E, sempre per restare tra le falsità che portano vantaggi concreti, nel 2006 i palestinesi hanno dichiarato un aumento delle nascite del 32%, un dato smentito dalla Banca Mondiale, secondo cui la popolazione sarebbe diminuita dell’8% (il che comporta una differenza del 40%…); già, mentre nel 1960 una donna palestinese metteva al mondo 9 bambini, nel 2021 il numero era sceso a 3.02.