Sabato 10 novembre, a Lodi, si è inaugurata presso la ex chiesa dell’Angelo, la mostra dedicata alla Brigata Ebraica. Nelle parole del curatore, Stefano Scaletta:
“L’obiettivo di questa mostra è quello di ribadire che nel 1945 una Brigata Ebraica combattente proveniente dalla Palestina del Mandato Britannico ha contribuito a liberare il nostro paese. La Brigata Ebraica era parte dell’esercito inglese, ma non era l’unico gruppo di soldati composto da ebrei “palestinesi” delle forze armate britanniche. All’interno dell’esercito di Sua Maestà erano presenti infatti numerose altre compagnie ebraiche distribuite nei vari corpi militari, dalla Raf ai corpi di ingegneri o relativi ai servizi logistici. Furono oltre 30.000 gli ebrei volontari che partirono dalla Palestina mandataria per liberare l’Europa e che prestarono servizio in molti scenari della seconda guerra mondiale, ad esempio in Africa, in Grecia e in Francia. Erano gli stessi ebrei europei, fra loro polacchi, tedeschi, ungheresi, italiani, costretti prima della guerra ad abbandonare le proprie case a causa delle leggi razziali. Gli ebrei volontari dalla Terra di Israele compirono una precisa scelta di campo, una scelta difficile e allo stesso tempo coraggiosa. La nostra mostra è l’occasione ideale per celebrare questa scelta all’indomani dell’assegnazione della medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza da parte del Parlamento e del Presidente della Repubblica”.
Da anni, ogni 25 aprile, durante i cortei che si svolgono in varie città italiane, coloro che marciano portando le insegne della Brigata Ebraica e la bandiera con la stella di Davide, sono fatti oggetto di una violenta campagna di delegittimazione da parte di gruppi propalestinesi i quali strumentalizzano l’occasione per attaccare lo stato di Israele. Da questi gruppi di estremisti ha preso da tempo distanza in modo fermo l’ANPI di Milano nella persona del suo presidente Roberto Cenati, che ha aderito alla mostra. Purtroppo, anche in occasione dell’iniziativa di Lodi, resa possibile oltre che da Davide Romano, responsabile del Museo della Brigata Ebraica, da Stefano Scaletta, da Barbara Caletti e Marco Riccaboni dell’Associazione Amici di Israele di Lodi con la collaborazione di Eyal Mizrahi, presidete ADI di Milano, si è registrata la presa di distanza dell’ANPI lodigiana attraverso una lettera denigratoria nei confronti di Israele. Ogni pretesto è buono, anche l’occasione di una mostra che commemora un battaglione ebraico di volontari partiti dalla Palestina per combattere i nazifascisti, per attaccare lo Stato degli ebrei.
La mostra è oggi necessaria quanto mai, per ribadire e sottolineare il ruolo avuto dal contingente ebraico nella Resistenza, una pagina di storia totalmente estranea a coloro i quali, il 25 aprile, sventolano le bandiere palestinesi. Il paradosso è che durante la seconda guerra mondiale, gli arabi palestinesi, sotto la guida del Mufti di Gerusalemme, Amin al Husseini, erano alleati con quegli stessi nazisti contro cui combattè la Brigata Ebraica.
La linea di continuità con il nazifascismo islamico promosso da Amin al Husseini e il terrorismo palestinese è arrivata fino ai nostri giorni, resa emblematicamete manifesta dalla bandiera palestinese piantata a Gaza durante gli scontri ai confini di Israele cominciati il 30 marzo scorso e peraltro usata anche sugli aquiloni incendiari che hanno bruciato ettari di coltivazioni.
La mostra sulla Brigata Ebraica sarà aperta al pubblico dal 10 al 18 di novembre. Da martedì a venerdì dalle ore 16:00 alle ore 19:00, sabato e domenica dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 16:00 alle 19:00, lunedì chiuso.