Il 19 ottobre Israele renderà omaggio a Sarah Aaronsohn, l’eroina di Nili, a cento anni dalla sua morte. Quel giorno si terrà una manifestazione di commemorazione al Museo Aaronsohn, nella cittadina di Zichron Yaacov, a nord di Tel Aviv, a cui farà seguito un pellegrinaggio sulla tomba della giovane donna, sepolta nel cimitero locale.
La storia di Sarah è emozionante: una storia di coraggio, speranza e rischio a favore di una causa. Una ragazza ebrea che viveva in Palestina trent’anni prima che fosse fondato lo Stato di Israele e che mise a repentaglio la propria vita fornendo informazioni vitali agli inglesi, fiduciosa che questi ultimi avrebbero sconfitto i turchi ottomani che governavano la Palestina e aiutassero il popolo ebraico a creare una patria.
Ma chi era Sarah? Figlia di Ephraim Fischel Aaronsohn e Malkah Glatzano, arrivati in Palestina dalla Romania nel 1882 come profughi con il figlioletto Aaron di sei anni. Insieme ad altre sessantaquattro famiglie, anch’esse provenienti dalla Romania, gli Aaronsohn acquistarono mille acri di terra in Palestina e furono tra i fondatori della città di Zikhron Ya’aqov, uno dei primi insediamenti agricoli della Prima Aliyah (1882-1903). In questa fiorente comunità, nel 1890 nacque Sarah, dopo Aaron, Zvi, Shmuel, Vitya, Loba e Alexander, e prima di Rivka l’ultimogenita. Indipendente già da bambina e dal carattere volitivo, Sarah crescendo voleva essere come i fratelli: Aaron rispettato agronomo e botanico che si guadagnò un posto nella storia scoprendo un tipo di grano che cresce allo stato selvatico nell’Alta Galilea, e Alexander, a capo di una pattuglia che aveva il compito di difendere il villaggio dagli attacchi sferrati dai vicini turchi e arabi.
Nella primavera del 1914 Sarah sposò un ebreo bulgaro, Chaim Abraham, un agiato commerciante, e si trasferì a Costantinopoli. Il matrimonio non durò a lungo e nell’estate del 1915 la giovane fece ritorno in Palestina dopo aver attraversato l’Anatolia e la Siria ed essere stata testimone diretta del massacro degli armeni e della distruzione dei loro villaggi. Decise di non rimanere silente di fronte a queste atrocità, convinta com’era che la stessa sorte sarebbe alla fine spettata anche agli ebrei. Così dette vita insieme ad Aaaron e ad Avshalom Feinberg al gruppo Nili, acronimo di “Netzach Yisrael Lo Yishaker” (un versetto di Samuele [15:29] che liberamente tradotto significa “Israele vivrà per sempre”), una rete spionistica ebraica che operò a sud di Haifa al servizio del Regno Unito, fornendo preziose informazioni contro l’Impero Ottomano allo scopo di favorire la vittoria inglese nella Prima guerra mondiale. Nel febbraio 1917, Nili ebbe il suo primo contatto al Cairo con gli inglesi e nei mesi successivi gli operativi della rete continuarono a raccogliere informazioni e a passarle ai britannici. La rete sapeva che i rischi erano enormi, pertanto Aaron pregò la sorella di smettere di lavorare per Nili, ma lei rifiutò perché riteneva che questa attività fosse troppo importante per lei e per il popolo ebraico.
Nel settembre 1917, i turchi intercettarono un piccione viaggiatore partito da Atlit con una lettera cifrata, che rivelava l’esistenza di una rete spionistica ebraica. Nel corso di alcune perquisizioni, le autorità ottomane catturarono un membro dell’organizzazione che cercava di raggiungere l’Egitto. Messo sotto tortura, l’uomo fece il nome degli altri affiliati e delle operazioni che il gruppo aveva svolto o era in procinto di compiere. Il 1° ottobre 1917 le truppe ottomane circondarono Zichron Ya’akov e arrestarono Sarah e l’anziano padre che, sebbene avvisati della retata, non vollero fuggire al Cairo.
Sarah fu barbaramente torturata per tre giorni ma si rifiutò di dare informazioni. Il 5 ottobre, quando fu ricondotta nella sua casa prima di essere trasferita nella prigione turca di Nazareth, decise di suicidarsi con una pistola piuttosto che rivelare nomi e informazioni. Morì dopo quattro giorni di agonia. Aveva 27 anni. Anche se la maggior parte dei membri di Nili furono arrestati e condannati a morte, l’organizzazione raggiunse il suo obiettivo. Le informazioni di Nili salvarono la vita di 30mila soldati di Sua Maestà britannica. Il 19 dicembre 1917 l’esercito britannico comandato dal generale Edmund Allenby entrò a Gerusalemme e poi occupò l’intera Palestina. Un mese prima, il 2 novembre, era stata firmata la storica Dichiarazione Balfour che prometteva al popolo ebraico “un focolare nazionale in Palestina”.
Nel 1956, a Zichron Ya’akov, fu aperto il Beit-Aaronsohn-NILI Museum nella casa della famiglia Aaronsohn. Un’eroina ebrea. Un’intrepida sionista. Una femminista impegnata. Un’attivista per i diritti umani. Questo era Sarah Aaronsohn. E questa è la storia di un grande sacrificio compiuto da una donna per aiutare il suo popolo a ottenere uno Stato.