Occuparsi di spazzatura non è disdicevole. C’è chi lo fa per noi ogni giorno. Senza quelli che una volta si chiamavano “netturbini” e oggi con sovrano sprezzo del ridicolo “operatori ecologici”, le nostre città non sarebbero vivibili. Occuparsi della spazzatura ideologica e di quella prodotta dalla propaganda ottempera alla stessa esigenza di igiene.
La spazzatura prodotta su Israele non ha eguali con nessuna altra spazzatura dal dopoguerra a oggi. E’ il portato di scarti e detriti di ogni tipo. Antisemitismi di varia specie, da quello cristiano teologico, a quello cospirazionista alimentato dall’Ur Text dell’antisemitismo paranoide otto-novecentesco dei Protocolli poi trapassato in quello etnico-razziale nazista a sua volta trapassato in quello islamico già ben sostenuto da buone pezze d’appoggio coraniche. E allora ecco il proliferare epidemico di leggende nere e nerissime, di ebrei sacrificatori di bambini cristiani al fine di usare il loro sangue per le matzot, di avvelenatori di pozzi e propagatori di peste, di organizzatori di complotti e sovversioni mondiali, di detentori assoluti del capitale, dunque di Signori della Storia.
Tutto questo magma virulento, denso, miasmatico e venefico si è poi rovesciato su Israele, e come avrebbe potuto essere altrimenti? Uno Stato ebraico che osa chiamarsi con il nome di una millenaria collettività eletta, secondo il dettato biblico, per portare la luce alle nazioni. Anatema sit! Oggi, ieri, domani. Sempre. Così in questo travaso di odio al calor bianco ritroviamo sempre le medesime menzogne. I libelli del sangue medioevali diventano oggi le accuse rivolte all’IDF di trafugare organi di cadaveri palestinesi, possibilmente di bambini o giovanissimi, di propagare l’AIDS, e via così. Tutta una serie di leggende metropolitane nere nere come la pece.
Troverete sempre accuse rivolte all’esercito israeliano trasformato in una entità fascista, come lo Stato stesso. Fascista-erodiano. I bambini, infatti. Quelli che i tanti siti spazzatura anti-israeliani che pullulano su internet, presentano come le vittime predilette di uno Stato che non solo li ucciderebbe ma, quando li arresta, li angarierebbe e li priverebbe dei loro diritti. I bambini. I ragazzini. Gli stessi che William Golding nel suo capolavoro, Il Signore delle Mosche, ci presenta privi di innocenza, e già pronti, se le circostanze lo vorranno, a esercitare la violenza.
Hamas lo sa bene quando indottrina i bambini della Striscia a odiare gli ebrei, a considerare tutti gli israeliani ladri di terra altrui e assassini. I bambini che sono sempre bambini anche quando hanno diciotto anni in quella che è la perenne infanzia arabo-palestinese, terroristi che, armati di coltelli si sono dati nel 2015, all’assalto di civili e soldati israeliani. Ma anche di pietre. Meno micidiali ma non meno pericolose. Le pietre uccidono se lanciate con perizia.
A causa degli attacchi di minori arabi-palestinesi nei confronti di civili israeliani e di soldati, il Comitato Ministeriale della Legislazione ha passato un emendamento al codice penale che abbassa l’età per l’incarcerazione da 14 anni a 12. L’emendamento, tuttavia stabilisce che anche il reo dodicenne inizierà la detenzione non prima dei 14 anni. Il terrorista anche in erba terrorista resta, come si è visto nella lunga scia di attacchi al coltello in Israele, dove il dato preoccupante è stato quello della giovanissima età degli assalitori.
Ma la pregiudiziale anti-israeliana è inscalfibile. Nel 2016, in risposta a una parlamentare inglese laburista che accusava il governo israeliano di non avere fornito le prove che i minorenni palestinesi avessero causato la morte di qualcuno tramite il lancio di pietre, il governo israeliano rispose con una lettera ufficiale nella quale venivano ricordati alcuni fatti. L’assassinio di Adele Biton, di quattro anni a causa delle ferite letali riportate dopo che la macchina sulla quale viaggiava insieme ai suoi genitori venne colpita dal lancio di pietre. La morte di Yehuda Shoham, un altro bambino, questa volta di cinque mesi, ucciso nel 2001 sempre a causa delle pietre lanciate contro la macchina sulla quale viaggiava. La morte di Asher Palmer morto nel 2011 insieme al figlioletto Yonathan quando a causa del lancio di pietre la sua macchina si ribaltava.
Pietre, coltelli. Nelle mani di minori sono armi, esattamente come una bomba o una pistola. I bambini, i minori trasformati in arance a orologeria da Hamas, dall’incitamento, nel 2015 della “moderata” Autorità Palestinese. Programmati o sobillati a uccidere. Ma la leggenda nera vuole che Erode sia Israele e gli innocenti i minorenni arabi.