I partiti politici europei definiti di estrema destra dai media e dai politici dell’establishment (ma civilizzazionisti dal sottoscritto) sono a ragione criticati per i loro errori e per l’estremismo.
Ad esempio, il partito dei Democratici svedesi, nei suoi primi anni di vita, tra il 1988 e il 1995, annoverava alcuni membri con un background nazista e altri che erano fautori di idee razziste e vicine al nazionalismo bianco. Anche oggi, il partito fa cose stupide – come la richiesta di vietare la circoncisione dei bambini.
I partiti civilizzazionisti hanno anche un problema con l’antisemitismo. Jean-Marie Le Pen, fondatore in Francia del Rassemblement National, è stato ripetutamente multato per aver definito le camere a gas naziste come un “dettaglio” della storia. Quando nel 2010 Heinz-Christian Strache, leader del Partito della Libertà austriaco (FPÖ) si recò in visita allo Yad Vashem, il Memoriale dell’Olocausto a Gerusalemme, indossava il caratteristico copricapo della confraternita Vandalia, una organizzazione associata all’antisemitismo.
In Polonia e Ungheria, i partiti al governo PiS e Fidesz hanno costruito autocrazie morbide in cui i governi controllano il sistema giudiziario, l’economia, i media e le istituzioni educative. La corruzione è aumentata. Le elezioni sono libere, ma non eque.
È tutto vero. Ma vorrei fare due osservazioni.
Innanzitutto, col tempo i partiti civilizzazionisti si sono in genere moderati, discostandosi dal razzismo e dall’antisemitismo. I Democratici svedesi hanno avviato questo cambiamento già nel 1995. Proprio a causa del persistente antisemitismo di suo padre, Marine Le Pen ha estromesso Jean-Marie dal partito da lui fondato 43 anni prima. Di ritorno dalla visita allo Yad Vashem nel 2016, Strache indossava un innocuo cappello.
In secondo luogo, gli errori dei partiti tradizionali superano quelli commessi dai partiti civilizzazionisti.
In Svezia, nel 2016, il primo ministro Stefan Löfven, leader del Partito socialdemocratico, definì i Democratici svedesi “un partito nazista”, il che era assurdo, visto il passato del suo partito che cercò di rabbonire la Germania nazista quando governava la Svezia prima, durante e dopo la Seconda guerra mondiale. Il Partito socialdemocratico svedese:
- Cooperò attivamente Alla fine degli anni Venti con Berlino per aggirare le restrizioni imposte dal Trattato di Versailles al riarmo tedesco.
- Censurò le opinioni anti-naziste durante la Seconda guerra mondiale.
- Fornì il ferro svedeseche era “la materia prima di quattro armi tedesche su dieci”.
- Vendette ai tedeschi cuscinetti a sfera e macchine utensiliin quantità tale che questi “influenzarono considerevolmente l’esito della guerra”.
- Permise a Hitler di trasportare in Norvegia enormi quantità di soldati, equipaggiamenti e provviste attraverso la Svezia – e di inviare prigionieri norvegesi nei campi di concentramento di Germania.
- Consentì a una divisione tedesca completamente equipaggiata di attraversare la Svezia per andare a combattere i sovietici in Finlandia.
- Non indagò né punì dopo la fine della guerra quelle centinaia di soldati svedesi che servirono il regime nazista, alcuni dei quali nel campo di concentramento di Treblinka dove furono uccisi 800mila ebrei.
Anche altri partiti socialisti hanno storie inquietanti. Nel 1994, il presidente francese François Mitterrand ammise di aver aiutato il regime di Vichy e di aver intrattenuto amicizie durature con collaboratori nazisti coinvolti nell’Olocausto, come Xavier Vallat e René Bousquet.
Il leader del Partito laburista britannico Jeremy Corbyn è “un simpatizzante dei terroristi, sostenitore dei falsificatori dell’Olocausto, un istigatore anti-israeliano e un antisemita part-time” scrive Manfred Gerstenfeld; al contrario, la scelta del copricapo da indossare da parte di Strache o la campagna del primo ministro ungherese Viktor Orbán contro George Soros (che il governo israeliano sostiene implicitamente) sono irrilevanti. Il fatto che Corbyn disprezzi Israele, mentre Strache e Orbán cercano di intrattenere buoni rapporti con esso, non fa che confermare il contrasto.
Per quanto riguarda l’autoritarismo, nessuno finisce in carcere in Polonia e in Ungheria per aver espresso opinioni contrarie al governo. Ma Tommy Robinson, un attivista inglese, nel giro di cinque ore, ha perso la libertà ed è stato condannato a 13 mesi di reclusione perché all’esterno di un tribunale ha diffuso in diretta streaming informazioni già di pubblico dominio, durante un processo a una banda di stupratori seriali musulmani.
Per aver espresso le sue opinioni, il politico olandese Geert Wilders è stato ripetutamente accusato di “incitamento all’odio”. Quando Marine Le Pen ha difeso l’attuale Rassemblement National (all’epoca Front National) da un paragone con l’Isis twittando le macabre foto delle vittime dello Stato islamico, il governo francese le ha contestato il reato di “diffusione di immagini violente”, reato punibile con la reclusione fino a cinque anni. Ricorrendo a metodi di tipo sovietico, le è stato anche ordinato da un tribunale di sottoporsi a una perizia psichiatrica.
Sì, i partiti civilizzazionisti hanno problemi reali e devono migliorare, ma molti dei loro avversari sono più scorretti. I Socialdemocratici svedesi collaborarono con il partito nazista, contrariamente ai Democratici svedesi che hanno rilasciato alcune dichiarazioni irrilevanti e stupide. Il Partito laburista britannico è più antisemita dell’FPÖ austriaco. La libertà di espressione è più in pericolo nel Regno Unito che in Ungheria. Le irregolarità registrate nelle recenti elezioni svedesi stanno a indicare che queste consultazioni sono state meno eque di quelle tenute in Polonia.
I partiti civilizzazionisti sono pieni di difetti, ma l’establishment è di gran lunga peggiore.
Traduzione in italiano di Angelita La Spada
Qui l’articolo originale in lingua inglese