Era nell’aria. Se ne parlava da qualche mese. E così è avvenuto. L’Amministrazione Obama si astiene all’ONU e permette che la Risoluzione 2334, la quale chiede un immediato congelamento di tutti gli insediamenti nella West Bank, passi in virtù dell’astensione degli Stati Uniti.
La risoluzione invita tutti gli stati a “distinguere nei loro rapporti tra i territori dello Stato di Israele e i territori occupati dal 1967”, il che, tradotto significa che la presenza di Israele nella West Bank è considerata abusiva e illegittima. Nulla di nuovo in questo senso, poiché questa è la posizione dell’ONU dalla fine della Guerra dei Sei Giorni, quando le armate vittoriose israeliane, dopo una guerra di aggressione da parte della coalizione araba formata da Egitto, Giordania, Siria, Iraq, Libano e Arabia Saudita, intesa all’annichilimento di Israele, catturava alla Giordania che se li era annessi abusivamente nel 1951, i territori di Giudea e Samaria, rinominati West Bank, sotto il dominio giordano.
Fu all’epoca che, dietro pressione araba e sovietica L’ONU di fatto trasformò Israele in un occupante illegale in sprezzo totale di quanto scrisse con mirabile chiarezza Lewis Stone, “Il precetto basilare della legge internazionale concernente i diritti di uno stato vittima di un’aggressione, il quale abbia legalmente occupato il territorio dello stato aggressore per legittima difesa, è chiaro. E sussiste ancora come legge internazionale a seguito della Carta, la quale non concede alcun potere all’Assemblea Generale dell’ONU di emendare tale legge. Il precetto è che un occupante legale come Israele è autorizzato a restare in controllo del territorio coinvolto in attesa della negoziazione di un trattato di pace”. Concetto ribadito da Dame Rosaylin Higgins, già Presidente della Corte Internazionale di Giustizia:
“Non vi è alcunché nella Carta delle Nazioni Unite o nelle leggi internazionali che lasci supporre che l’occupazione militare, in assenza di un trattato di pace sia illegale… La legge dell’occupazione militare, col suo tessuto complesso di diritti e di doveri, rimane integralmente rilevante fintanto che le nazioni arabe accettino di negoziare un trattato di pace, Israele è di pieno diritto autorizzato a rimanere nei territori che attualmente detiene”.
Essendo Israele difficilmente attaccabile sotto questo aspetto (malgrado la grottesca richiesta fatta all’epoca da parte araba e sovietica che Israele restituisse i territori. A chi? alla Giordania che se li era annessi illegalmente? Ai palestinesi ivi residenti ai quali non era attribuita giuridicamente alcuna sovranità sui territori medesimi?), l’occupante (di fatto, militarmente Israele è occupante, ma solo in questo senso e a tutela della propria difesa e di quella dei coloni insediati nei territori), si è provveduto a livello politico e giuridico a definire illegale la presenza degli insediamenti stessi e a fare in modo che Israele risultasse comunque sempre fuori legge.
Lo si è fatto interpretando l’Articolo 49 della Convenzione di Ginevra 25, in modo da fare apparire l’impresa degli insediamenti, legittimata di fatto dal Mandato per la Palestina, come un’impresa illegale e soprattutto come il principale ostacolo per la pace.
Oggi il tradimento americano certifica questa persistente menzogna. La rende plastica consegnando ai palestinesi e a tutti i nemici di Israele nuove munizioni, non solo metaforiche. Si tratta inoltre di uno schiaffo in faccia a Donald Trump, il quale poco prima dell’approvazione della risoluzione era intervenuto invitando l’amministrazione Obama a porre il veto.
In un colpo solo, Barack Obama, è riuscito a colpire Benjamin Netanyahu e Donald Trump. È il veleno nella coda di questa disastrosa Amministrazione uscente, che lascia un Medioriente in cui ha fallito su tutti i fronti, premiando l’Iran e l’Autorità Palestinese e scaricando il suo storico alleato.