Per noi de L’Informale, quello che è successo mercoledì sera a Gaza, l’esplosione che ha causato un incendio all’ospedale Al Ahli, era stata chiaramente, fin da subito, causata da un razzo lanciato male da Hamas. Il nostro direttore, Niram Ferretti lo aveva scritto pochi minuti dopo l’accaduto sulla sua pagina Facebook.
Lo sapevamo non perché siamo i più bravi, ma perché, a differenza dei tanti sedicenti esperti che in questi giorni stanno affollando i media, conosciamo molto bene la realtà medio orientale, soprattutto quella nelle estreme vicinanze di Israele, e sapevamo che Israele non poteva avere deliberatamente colpito un ospedale, così come sapevamo che la cifra dei morti fornita da Hamas era inattendibile, ma subito, senza esclusione, tv e giornali hanno immediatamente attribuito l’episodio a un bombardamento israeliano, sposando acriticamente la versione fornita da una organizzazione criminale tra le più efferate del pianeta.
Nessuna sorpresa, naturalmente, ci saremmo sorpresi del contrario. Il pregiudizio anti-israeliano dei media, ci è ben noto, e anche quelli meno ostili ad Israele, non riescono ad evitare di inciampare clamorosamente.
I morti, dai presunti 500, sono diventati 50, forse 10, e l’esplosione è avvenuta nel cortile dell’ospedale, non è il frutto di alcun bombardamento, come dimostrano inequivocabilmente le immagini dell’edificio, la cui struttura non è sventrata in nessuna delle sue parti. Non ci sono crateri nei dintorni, ma solo tegole rovesciate e vetri di finestre andate in frantumi, insieme a carcasse di auto bruciate.
Nel 2002, quando l’esercito israeliano entrò a Jenin, l’Autorità Palestinese annunciò che i morti erano 500, (evidentemente un numero che sui palestinesi fa molta presa), prima di diventare migliaia. Quando, dalla mistificazione si passò alla realtà, risultarono essere 53.
Tutto si ripete, si tratta del solito immarcescibile copione .