Antisemitismo, Antisionismo e Debunking

Ilan Halimi, torturato e ucciso nella banlieue parigina perché ebreo

Il 13 febbraio è l’anniversario della morte di Ilan Halimi, torturato e ucciso nella banlieue parigina soltanto perché ebreo. Halimi era un ragazzo francese di origini marocchine. Rapito e torturato per tre settimane, è deceduto in ospedale dopo essere stato ritrovato agonizzante.
Il rapimento è avvenuto il 21 gennaio 2006. Nelle successive tre settimane il giovane, 24 anni ancora da compiere, è stato orribilmente torturato nella zona di Bagneux, periferia di Parigi, per poi essere abbandonato nudo ed agonizzante lungo un binario ferroviario a Sainte-Geneviève-des-Bois nel Dipartimento di Essonne, dove è stato scoperto il 13 febbraio.
Trasportato in ospedale, è deceduto poco dopo l’arrivo.
Il giorno seguente, 14 febbraio, è stata effettuata l’autopsia, che ha rilevato bruciature sull’80% del corpo, ematomi e contusioni, una ferita da taglio alla guancia e due alla gola. I medici hanno concluso che “Nessun colpo è stato mortale”, singolarmente. Ad uccidere il ragazzo è stato l’insieme delle violenze e delle torture subite in ben 24 giorni, nei quali è stato tenuto nudo in un appartamento senza riscaldamento e senza cibo, patendo quindi anche freddo e fame oltre al dolore delle torture.

A rapirlo e torturarlo è stata una sedicente “banda dei barbari” che aveva chiesto un riscatto, composta da una ventina di persone con a capo Youssouf Fofana, un fondamentalista islamico di origine ivoriana che pensava che “gli ebrei hanno i soldi e sono solidali tra loro” e per questo gli era venuta l’idea di rapirli chiedendo riscatti. Ilan Halimi, però, proveniva da un ambiente economicamente disagiato esattamente come i suoi rapitori.

Il tribunale ha riconosciuto l’aggravante dell’antisemitismo oltre al reato di rapimento a scopo di lucro.
Secondo la polizia, la stessa banda potrebbe aver ricattato nel 2004 medici e liberi professionisti ebrei allo scopo di ottenere soldi, provando ad estorcere denaro anche a dirigenti aziendali nel 2002 a nome di uno pseudo-gruppo palestinese.
Il libro “24 giorni: La verità sulla morte di Ilan Halimi”, scritto nel 2010 dalla mamma di Ilan, Ruth Halimi, insieme alla scrittrice Émilie Frèche, racconta il calvario subito dal figlio. L’edizione italiana è tradotta da Barbara Mella, Elena Lattes e Marcello Hassan, con le prefazioni di Bernard-Henri Lévy, Pierluigi Battista e Giulio Meotti. Editore Salomone Belforte.

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