Editoriali

Il Trionfo della realtà

La dichiarazione del Segretario di Stato americano Mike Pompeo, il quale esprime la posizione ufficiale attuale della Casa Bianca, secondo cui gli insediamenti ebraici in Cisgiordania (Giudea e Samaria), non sono illegali, riporta indietro la lancetta della storia al 1922. Fu, infatti, nel 1922 che la Gran Bretagna, la quale, dopo la fine della Prima guerra mondiale e il collasso conseguente dell’impero ottomano, in base alla potestà politica che aveva sulla Palestina, stabilì il diritto degli ebrei di dimorare in tutti i territori a occidente del fiume Giordano. Il documento che specifica questo diritto all’articolo 6 è noto come Mandato Britannico per la Palestina, e venne fatto proprio dall’allora Società delle Nazioni che, in seguito, sarebbe diventata l’ONU. Esso non è mai decaduto, non è mai stato abrogato, e dal punto di vista del diritto internazionale è l’architrave su cui poggia tutto il resto.

Non a caso, uno dei maggiori giuristi americani del secolo scorso, nonché uno degli architetti della Risoluzione 242, Eugene W. Rostow, lo specificava chiaramente in un suo importante articolo:

Molti credono che il mandato palestinese ha avuto termine nel 1947 quando il governo britannico si dimise da potentato mandatario. Errato. Un accordo non cessa quando il fiduciario muore, si dimette, sottrae la proprietà affidata o è licenziato. L’autorità responsabile dell’accordo nomina un nuovo fiduciario o in alternativa dispone per l’adempimento dell’accordo…In Palestina il mandato britannico ha cessato di essere operativo relativamente ai territori di Israele e della Giordania quando questi due stati vennero creati e riconosciuti dalla comunità internazionale. Ma le sue normative sono ancora effettive relativamente alla West Bank e alla Striscia di Gaza (n.b. il testo è del 1990), le quali non sono ancora state allocate a Israele, alla Giordania o a uno stato indipendente“.

Come si è giunti, dunque a trasformare un diritto sancito chiaramente da un documento ufficiale, in un abuso, in una realtà in contrasto con la legalità? Lo si è fatto a partire dal 1967, quando Israele vinse la guerra dei Sei Giorni contro ogni aspettativa e catturò insieme alla Striscia di Gaza, alle Alture del Golan a Gerusalemme Est, anche la Cisgiordania che era stata annessa del tutto illegalmente dalla Giordania nel 1950 a seguito della guerra del 1948-1949, e a cui era conseguita la cacciata di tutti gli ebrei dal territorio, così come vennero cacciati da Gerusalemme Est.

Da quel momento, il mondo arabo e musulmano, con l’indispensabile aiuto dell’Unione Sovietica e la partecipazione utile degli Stati non allineati, trasformò con successo l’ONU in una piattaforma contro Israele. Non avendo potuto eliminare fisicamente lo Stato ebraico, si procedette a una serrata delegittimazione sul piano diplomatico. Una parte essenziale  di questa delegittimazione fu ed è l’accusa del tutto infondata sul piano giuridico, che la presenza di Israele in Cisgiordania e anche a Gerusalemme Est sia illegale, in violazione del diritto internazionale. Ma nessuna delle risoluzioni ONU contro Israele è giuridicamente vincolante di per sé, non corrispondendo, alcuna di esse, al Capitolo Sette dello Statuto Onu, mentre invece resta vincolante il testo del Mandato Britannico per la Palestina il quale venne ratificato all’epoca dal Consiglio assembleare della Società delle Nazioni.

Coerentemente con questi assunti, Israele ha sempre contestato tutte le risoluzioni ONU dalle quali risulta che esso occuperebbe illegalmente i territori della Cisgiordania e, di conseguenza, che gli insediamenti ivi collocati, siano illegali.

Questa è la posizione dell’ONU, questa è la posizione della UE, questa è stata, con alti e bassi, la posizione americana dal 1978 ad oggi e che la dichiarazione di Mike Pompeo disconosce apertamente.

Viene dunque rimosso uno dei capisaldi della propaganda araba e musulmana contro Israele, fatto proprio negli ultimi cinquantadue anni dagli odiatori internazionali dello Stato ebraico; ovvero che la presenza israeliana in Cisgiordania sia abusiva e che il territorio sul quale esso si trova tramite gli insediamenti e il controllo militare (relativamente ai primi esclusivamente nell’Area C e relativamente al secondo nell’Area B e C, in ottemperanza agli Accordi di Oslo del 1993-1995) sia “palestinese”, ovvero, arabo. Una totale falsità.

L’Amministrazione Trump, dopo la dichiarazione di Gerusalemme capitale di Israele, la cessazione dei fondi americani all’UNRWA, il riconoscimento della sovranità israeliana sulle Alture del Golan, ora, con questa dichiarazione del Segretario di Stato, riporta sulla scena la realtà dei fatti, dopo decenni di mistificazioni, abusi, menzogne.

Non è cosa da poco.

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