UN Watch è un sito che controlla quanto avviene nell’ambito dell’ONU, mettendone in evidenza con una accurata documentazione le decisioni più discutibili. Alla fine di settembre però UN Watch è entrato in campo in prima persona, con un risultato che senza esagerare va definito straordinario.
Il Consiglio per i Diritti Umani aveva in agenda una delle sue oramai famose sessioni che accusano Israele dei peggiori crimini, con l’Autorità Palestinese, Siria, Iran, Corea del Nord ed altri regimi non precisamente democratici che sono sempre pronti ad accusare Israele di apartheid e di atrocità.
Un Watch si è presentata al dibattito con un testimone a sorpresa: Mosab Hassan Yousef, figlio del fondatore di Hamas e per questo indicato come il “principe ereditario verde”, convertitosi al cristianesimo ed alla causa di Israele.
“Il mio nome è Mosab Hassan Yousef. Sono cresciuto a Ramallah come membro di Hamas. Rivolgo queste parole all’Autorità Palestinese, che pretende di essere il solo rappresentante legittimo del popolo palestinese. Chiedo: da dove trae origine la vostra legittimazione? Il popolo palestinese non vi ha eletti, e non vi ha autorizzati a rappresentarlo. Vi siete nominati da soli. La vostra affidabilità non ha rapporti col vostro popolo. Questo è reso evidente dalle vostre violazioni dei loro diritti umani. Nei fatti, l’individuo palestinese ed il suo sviluppo umano è l’ultima delle vostre preoccupazioni. Voi rapite studenti palestinesi e li torturate nelle vostre prigioni. Voi torturate i vostri rivali politici. Le sofferenze del popolo palestinese sono il risultato dei vostri interessi egoistici.Voi siete il peggior nemico del popolo palestinese. Se Israele non esistesse, non avreste nessuno da accusare. Assumetevi la responsabilità per i risultati delle vostre azioni. Voi mantenete accese le fiamme del conflitto allo scopo di mantenere il vostro potere abusivo. Infine, voi usate questo palcoscenico per ingannare la comunità internazionale, per ingannare la società palestinese, per far credere che Israele sia responsabile per i problemi che voi create“.
Mentre Mosab pronunciava queste accuse, non si è sentita volare una mosca in sala: tutti erano attoniti, pietrificati dallo stupore.
Il video di questo discorso è stato visto da 3 milioni di persone nella pagina Facebook di UN Watch, in YouTube e Twitter. Il russo “Sputnik News”, il norvegese “Dagen”, l’australiano “Courier Mail”, i canali televisivi CBN e CNS ed altri media sono stati concordi nel descrivere lo stupore e la rabbia della delegazione palestinese. In particolare il “Courier Mail” del 2 ottobre si è dilungato in un commento di Rowan Dean che merita di essere ripreso almeno in parte: “Se oggi vi imbattete in un ebreo, fate un favore a voi stessi. Stringetegli la mano e ditegli “mi dispiace”. Se vi guardano con una espressione di sorpresa e dicono “Ma lei non ha fatto nulla” voi potete rispondere “Lo so. Ma avrei dovuto”. E potete aggiungere: “Avrei dovuto restare alcuni minuti in silenzio alle Olimpiadi di Sydney per ricordare gli atleti olimpici israeliani macellati da terroristi palestinesi alle Olimpiadi di Monaco, ma non l’ho fatto. Avrei dovuto indignarmi per l’uccisione di ebrei durante le intifade, ma mi è stato detto che era colpa loro. Avrei dovuto essere meno critico sugli insediamenti israeliani e più cinico a proposito del rifiuto palestinese di aderire a qualsiasi proposta di pace, ma io ho condannato i primi e non mi sono occupato dei secondi. Avrei dovuto essere meno frettoloso nell’accusare Israele per la morte di civili palestinesi durante la guerra di Gaza, ma mi sono attenuto a quanto tutti dicevano, specialmente nei media. Avrei dovuto criticare apertamente la campagna di boicottaggio BDS contro le imprese israeliane, ma ho pensato che non avesse nulla a che fare con me.Avrei dovuto capire prima che quel che ha passato Israele negli ultimi 50 anni ha la stessa radice di passioni fanatiche e manipolato fervore religioso che ora minaccia i centri commerciali ed i concerti rock in giro per l’occidente”. Pochi giorni fa il ministro norvegese per la Migrazione e l’Integrazione, Sylvi Listhaug – uno dei politici più popolari della Novegia – ha collegato il terrore in Europa a quel che ha sopportato Israele, ed ha detto “Noi sperimentiamo ora la paura che voi avete sperimentata per decenni” ed ha aggiunto che “gli europei devono capire meglio la situazione in Israele“.
Le accuse di Mosab e le reazioni di molti media (nel silenzio di quelli nostrani) forse non scalfiranno il marmo dei mausolei che l’Autorità Palestinese ha edificato per glorificarsi, da quello tombale di Arafat ai palazzi dei suoi dirigenti, ma certamente hanno pesato su un uditorio impreparato e pregiudizialmente avverso ad Israele.
E’ solo un caso, una coincidenza, ma poco dopo questo evento si stanno levando le prime voci di esplicita critica dei dieci anni di regime di Hamas a Gaza, che ha causato l’isolamento, il declino economico, la soppressione del diritto di espressione della Striscia, ma anche la chiusura ad ogni progresso politico,diplomatico, sociale ed economico della regione palestinese. Ghazi Hamad, Ahmad Yousuf, Zaher Kuhail, Khadar Mahjaz sono tra i personaggi più influenti usciti alla scoperto. Che, come scrive Hamad, Hamas non abbia un orizzonte politico o cultura di governo è evidente a tutti, e forse i recenti passi per trovare un modus vivendi con l’Autorità Palestinese potrà cambiare qualcosa. E noi europei siamo pronti a rivedere le nostre opinioni sulla natura, le cause, le responsabilità del conflitto che da decenni costituisce per Israele una minaccia esistenziale?