Editoriali

Il prezzo folle

Il terrore che si presenta a Londra, a Westminster, davanti al palazzo del governo a un anno di distanza dall’attentato all’aeroporto di Bruxelles, si manifesta con due modalità tipiche del terrorismo di matrice palestinese degli ultimi anni, il coltello e l’uso di un mezzo di locomozione per falciare i pedoni. Come è accaduto a Nizza, a Berlino, a Gerusalemme, dove la modalità ha iniziato a essere utilizzata nel 2014, dopo l’ultimo conflitto a Gaza.

Il terrorista di Londra, ucciso dalle forze di sicurezza sul luogo dell’attentato, era un predicatore musulmano estremista, Trevor Brooks, alias Abu Izzadeen. E’ questo un ulteriore esempio di come la patologia del radicalismo islamico da cui Israele è affetta da decenni sia la medesima che oggi colpisce l’Europa e l’Occidente, i suoi simboli, Westminster, il giorno della festa della Bastiglia, il Natale, le Twin Towers. Sì, le sigle sono diverse, IS, Al Qaeda, l’OLP, Hamas, ma sono tutte generate all’interno dell’humus dell’estremismo islamico che sempre di più ha impregnato di jihadismo la propria ragione d’essere.

L’odio è per la democrazia, per l’assetto liberale, per la libertà e la pluralità, è quell’odio chiaramente e lucidamente teorizzato dai Fratelli Musulmani alla fine degli anni ’20, imbevuto del misticismo dell’autoimmolazione, della morte per la causa santa e sacra.

La macchina e il coltello sono solo un’altra e più facile strumentazione per dare la morte in nome della propria lucida pantoclastia.

Nel 2014, nel pieno svolgimento dell’operazione Margine Protettivo, contro i lanci di razzi provenienti da Gaza,  durante una intervista con una emittente francese, Benjamin Netanyahu dichiarò:

“Non è la battaglia di Israele. E’ la vostra battaglia, è la battaglia della Francia. Se avranno successo qui, se sarà Israele a essere incolpato e non i terroristi, se non staremo uniti, allora questa peste del terrorismo vi raggiungerà. E’ solo una questione di tempo“.

Il 7 gennaio del 2015 a Parigi sarebbe stato il turno di Charlie Hebdo, il 15 novembre dello stesso anno sarebbe toccato al Bataclan, il 14 luglio del 2016 il terrore avrebbe colpito Nizza.

Sempre di più l’Europa sarà costretta a capire che voltare le spalle alle ragioni di Israele è il prezzo folle del proprio suicidio programmato.

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