Bisogna evitare di rimanere confusi. I 17 miliardi di dollari stanziati ieri dagli Stati Uniti e destinati a Israele, facente parti del pacchetto di stanziamenti da 95 miliardi di dollari in aiuti anche nei confronti dell’Ucraina e di Taiwan e l’intenzione dell’Amministrazione Biden di sanzionare il battaglione dell’IDF Netzah Yehuda per presunti abusi commessi in Cisgiordania, non palesa un segno di schizofrenia.
Gli aiuti a Israele stanziati con voto bipartisan non sono un grazioso regalo dell’Amministrazione Biden la quale, in questo modo, certifica il proprio speciale rapporto con Israele, ma sono il frutto di un rapporto strutturale di reciproca cooperazione, di interessi incrociati, che si situa al di sopra delle singole amministrazioni, e riguarda gli interessi nazionali americani. Anche l’Amministrazione Obama, una delle più ostili nei confronti di Israele, non fece mai mancare il sostanzioso aiuto economico di cui Israele, insieme ad altri paesi beneficia. Invece è proprio dell’Amministrazione Biden avere deciso di sanzionare un battaglione dell’IDF, composto da soldati di formazione haredi, ovvero religiosa, mentre l’IDF sta combattendo la sua guerra a Gaza contro Hamas, così come è proprio dell’Amministrazione Biden avere sanzionato mesi fa quattro cittadini ebrei residenti in Cisgiordania anch’essi accusati di abusi nei riguardi di residenti palestinesi, http://www.linformale.eu/il-gioco-sporco-dellamministrazione-biden/così come fu proprio dell’Amministrazione Obama pugnalare Israele alle spalle nell’ultimo mese della sua permanenza alla Casa Bianca, con la Risoluzione 2334, una delle più punitive mai emesse dall’ONU nei suoi confronti.
Serve poco che Benjamin Netanyahu scriva su X che questa decisione rappresenta “un picco di assurdità e di abbassamento morale”, perché gli “amici” americani oggi alla Casa Bianca sono questi e non si può fare altro che sperare per Israele, per il suo futuro, che alle prossime elezioni a novembre, Joe Biden non venga rieletto, se no, per Israele non saranno giorni facili.
Il conflitto in corso ha messo in luce in modo eclatante quanto mai, come il legame stretto di Israele con gli Stati Uniti possa essere estremamente oneroso a seconda di chi si trova alla Casa Bianca. La luna di miele con l’Amministrazione Trump è stata una felice eccezione, e se Trump dovesse essere rieletto lo sarà di nuovo, ma anche in questo caso, dopo quattro anni avrà concluso il suo mandato.
Il commissariamento americano della guerra a Gaza, ha mostrato a tutti quanto Israele sia limitato nel potere agire e quanto la propria autonomia e sovranità siano pesantemente condizionate da interessi che non coincidono coi propri.
Scegliere di essere un satellite americano in Medio Oriente comporta questo prezzo. Forse è arrivato il momento di rimodulare la storica alleanza.