I quasi tre mesi che intercorrono dalla vittoria di un nuovo presidente al congedo del presidente uscente, noti come il periodo del lame duck, dell’anatra zoppa, costituiscono un periodo che, per Israele, con l’attuale amministrazione ancora in carica, può risultare pericoloso.
In questo breve periodo di interregno il presidente uscente è meno vincolato trovandosi a fine mandato, essendo in grado di esercitare i suoi consueti poteri senza doversi particolarmente preoccupare delle conseguenze delle decisioni prese nei confronti dell’elettorato e delle due Camere rappresentative.
E’ potenzialmente il periodo delle azioni buone (le grazie) o di quelle meno buone, ovvero delle mascalzonate, come la polpetta avvelenata che Barack Obama, il presidente americano più ostile ad Israele dal dopoguerra ad oggi, confezionò contro di esso il 23 dicembre del 2016, quando, con l’astensione americana permise che all’ONU passasse la Risoluzione 2334, una delle più avverse mai prodotte nei suoi confronti. Era il modo infido in cui Obama colpiva Netanyahu, che detestava, alle spalle.
Su Netanyahu pende, da parte della Corte Penale Internazionale, di cui né gli Stati Uniti né Israele riconoscono la giurisdizione, la richiesta di un mandato di arresto per crimini di guerra. La decisione di emetterlo non è ancora stata presa, ma se l’Amministrazione Biden ne sollecitasse per vie traverse l’emissione, i tempi si accorcerebbero. Poi, c’è, naturalmente, l’ONU e qualche altra possibile risoluzione punitiva che potrebbe venire preparata rapidamente prima che Biden esca di scena definitivamente.
Il ritorno di Trump al vertice della scena politica mondiale ripresenta il sodalizio con Netanyahu e un futuro cambiamento drastico da parte della nuova amministrazione che si insedierà a gennaio verso Israele, sicuramente più favorevole ai suoi interessi e opposto a quello fintamente amico dell’agenda Biden. Creare a Israele dei problemi prima che questo accada sarebbe un modo per fare uno sfregio anche a Trump.
Va comunque detto che i danni eventuali che potrebbero venire procurati non impediranno a Israele di vincere la guerra, il che significa prendere il controllo di Gaza fino a quando non sia bonificata dai terroristi, ripristinare la sicurezza a nord mettendo Hezbollah nella condizione di non costituire più una minaccia per la sicurezza dei cittadini, e assestare all’Iran un colpo decisivo.
Forse, prima che concluda il suo mandato, dall’Amministrazione Biden non partirà nessuna bordata, ma prepararsi al peggio è un modo per non farsi cogliere alla sprovvista.