Israele e Medio Oriente

Il nemico è Sinwar, non Netanyahu

Le manifestazioni di piazza e lo sciopero generale che si sono verificati in Israele in risposta alla scoperta, da parte delle IDF, dei corpi di sei ostaggi, assassinati a sangue freddo da Hamas, hanno aiutato l’organizzazione terroristica palestinese a raggiungere i suoi obiettivi di sopravvivenza e di perseveranza nell’uccidere israeliani.

Secondo le fonti, Hersh Goldberg-Polin (23), Carmel Gat (39), Eden Yerushalmi (24), Almog Sarusi (26), Alex Lobanov (32) e Ori Danino (25), tutti catturati il ​​7 ottobre, sono stati colpiti a distanza ravvicinata in uno dei tunnel di Rafah, circa 24-72 ore prima dell’arrivo dell’IDF. Il fatto è avvenuto la scorsa settimana, molto probabilmente dopo che Qaid Farhan al-Alkad è stato recuperato vivo dall’esercito.

Ciò che risulta assurdo è che una parte consistente dell’arena politica e degli attivisti israeliani stiano incolpando il Primo Ministro Benjamin Netanyahu per la morte dei sei ostaggi, piuttosto che Hamas. Caroline B. Glick ha presentato il problema in modo estremamente chiaro e approfondito in un articolo per il Jewish News Syndicate, nel quale ha anche affermato:

“All’unisono, Benny Gantz, Yair Lapid, Yair Golan e i loro subordinati si sono uniti ai gruppi di sinistra che hanno usato tumulti di massa, violenza politica e il caos generale dal 2019 nel tentativo di estromettere Netanyahu dal potere e hanno invitato gli israeliani a scendere in piazza in risposta alle esecuzioni degli ostaggi e a fare cadere il governo attraverso la violenza. Il comportamento di gente come Lapid, Gantz, Golan; del 90% degli organi di informazione israeliani e del resto dei rappresentanti della sinistra, solleva la domanda: hanno perso la testa”?

A quanto pare, molti in Israele e all’estero sembrano odiare Netanyahu più di Hamas e del suo leader assassino, Yahya Sinwar. Dopo tutto, abbiamo visto i doppi standard della comunità internazionale, con continue pressioni su Israele per fermare l’offensiva a Gaza invece di spingere Hamas all’angolo e costringerlo a rilasciare gli ostaggi.

Netanyahu può piacere o meno e può essere sostenuto o meno, ma qui la questione è molto più grande e riguarda principalmente la sicurezza e la protezione dello Stato di Israele e dei suoi cittadini. In secondo luogo, la guerra di Israele con Hamas ha un impatto più ampio sulla guerra transnazionale all’estremismo e al terrorismo islamista, perché Hamas non è solo un’organizzazione terroristica palestinese, è anche uno strumento iraniano per la destabilizzazione e un’ideologia (che può essere sconfitta, contrariamente a quanto alcuni hanno affermato).

“Se Israele cade nelle mani degli islamisti, l’Occidente è il prossimo”. Abbiamo sentito questa affermazione in diverse occasioni da parte della leadership israeliana e non potrei essere più d’accordo. Abbiamo avuto tutti  sotto gli occhi le situazioni nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Francia, con gli islamisti in massa nelle strade, nelle università e in alcuni casi con il loro ingresso persino in politica. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è che Israele si arrenda quando sta per raggiungere il suo obiettivo di sconfiggere Hamas a Gaza.

Dobbiamo affrontare la realtà per quella che è, perché vivere nella fantasia è pericoloso. La possibilità di vedere gli ostaggi tornare a casa a causa di una decisione presa da Hamas è estremamente remota se non impossibile. L’organizzazione terroristica palestinese non ha alcun interesse a rilasciarli perché è l’unica leva che ha per sopravvivere e mantenere il controllo su Gaza. Inoltre, il numero di ostaggi ancora vivi è plausibilmente molto piccolo.

Hamas sta facendo un uso eccellente delle emozioni di molti israeliani per raggiungere i suoi obiettivi e, sfortunatamente, queste persone stanno aiutando i terroristi loro malgrado. Ovviamente, non possiamo biasimarle, non possiamo aspettarci che tutti abbiano una mente fredda per affrontare una questione così problematica come il terrorismo. Ma dovremmo aspettarci un po’ più di responsabilità dall’establishment politico in un momento in cui è in gioco la sopravvivenza del paese.

Cos’è il terrorismo, dopotutto? L’uso deliberato della violenza perpetrata contro i civili per raggiungere obiettivi politici (Boaz Ganor). Violenza fisica e psicologica. Omicidi, stupri, mutilazioni e poi l’uso di tattiche psicologiche per torturare ulteriormente la mente della popolazione al fine di fargli fare pressione sull’establishment politico.

Sinwar vuole sopravvivere e vuole garanzie che non verrà eliminato; Hamas vuole mantenere il controllo su Gaza. Questo risultato equivarrebbe alla sconfitta di Israele. Hamas vuole che l’IDF se ne vada dal corridoio Filadelfia in modo da potere riprendere le forniture di armi e uomini. In effetti, Israele non può permetterlo, poiché centinaia di tunnel tra Gaza e il territorio egiziano sono stati scoperti e distrutti.

È incredibile come tutto questo traffico abbia potuto svolgersi sotto gli occhi delle autorità egiziane che, curiosamente, non si sono accorte di nulla.

Lasciare che Hamas riprenda il controllo di Gaza e lasciare Sinwar al suo posto causerebbe più morti israeliane, più attacchi come l’eccidio del 7 ottobre (come affermato dai rappresentanti di Hamas) e sarebbe una vittoria anche per il regime iraniano. Dopo tutto, i precedenti negoziati e le concessioni a Hamas hanno portato al 7 ottobre, questo è un dato di fatto.

C’è un principio chiamato “ragione di Stato” che in alcuni casi deve essere applicato. Questo è uno di questi. Non si può pensare di mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini, la sopravvivenza di una nazione in guerra per l’interesse di pochi. Lo Stato ha il dovere di proteggere tutti, e cedere alla richiesta di Hamas andrebbe nella direzione opposta.

Inoltre, come già detto, è ingenuo credere che Hamas rilascerà gli ostaggi rimasti, perché sono plausibilmente pochi e sono l’unica garanzia che ha per la sua sopravvivenza. Sinwar trascinerebbe questa situazione per mesi, anni, mentre allo stesso tempo ricostruirebbe l’organizzazione, riprenderebbe Gaza e continuerebbe a uccidere israeliani. Hamas è un’organizzazione terroristica composta da spietati assassini, va tenuto bene a mente prima di affidarci alla sua parola. L’unico modo per riportare a casa gli ostaggi rimasti è attraverso l’azione militare.

Quanto all’Amministrazione Biden, sarebbero felici di andare alle elezioni con il “successo” di un cessate il fuoco per cercare di calmare la rabbia del loro elettorato filo-islamista. Di nuovo, tutto a scapito di Israele. Questo è il momento per tutti di essere uniti contro Hamas, contro il terrorismo islamista. Sarebbe anche un ottimo momento per prendere Sinwar.

Traduzione di Niram Ferretti

https://blogs.timesofisrael.com/the-enemy-is-sinwar-not-netanyahu-put-emotions-aside/

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