Antisemitismo, Antisionismo e Debunking

Il giustizialismo anti-israeliano

L’ondata di antisemitismo di cui da messi assistiamo ha un origine precisa, Benjamin Netanyahu. Israele sta facendo solo una mattanza di civili a Gaza fallendo il suo obiettivo di eliminare Hamas. Hamas sta vincendo. “Netanyahu ha commesso le peggiori nefandezze nei confronti del popolo di Hamas e nei confronti del popolo ebraico”.

Si tratta di Khaled Meshal, di Ismail Haniyeh, di Yaya Sinwar?

No, si tratta di Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano e autore di instant book di storia prêt-àporter.

Travaglio, che per ben due volte Indro Montanelli assunse alle proprie dipendenze senza essersi reso conto di chi fosse, è da tempo diventato, lui e il suo sguaiato giornale, il megafono di un antioccidentalismo caricaturale, al cui apice, ovviamente, stanno gli Stati Uniti.

L’antisionismo non può che esserne il logico corredo e d’altronde è difficile trovare riuniti sotto la medesima testata giornalistica cultori coriacei del suo genere come Moni Ovadia e Massimo Fini e la new entry Alessandro Orsini.

A Travaglio, piace la grana grossa, è nemico di ogni finezza, e soprattutto gli piace fare credere che lui non ce l’ha con Israele o con l’Ucraina, altra sua bestia nera, e che non tifa né per Hamas né per Putin, essendo un liberale, ma più che un liberale un fustigatore, ma più che un fustigatore, uno che sa guardare in faccia la realtà facendone emergere le contraddizioni e mostrando che nella storia non ci può essere nessuna parte giusta, nessun vero criminale, se non Craxi e Berlusconi.

Le cose che Travaglio dice e scrive su Israele, appartengono ad un repertorio consunto e conosciuto, quello del romanzo nero sullo Stato ebraico, che ha, prima di lui, ben più blasonati autori, e ognuno, si sa, deve accomodarsi dove il posto è rimasto libero, nel suo caso, ultimo in fondo alla fila. Ma è soprattutto Netanyahu che gli fa perdere la testa più di Israele, il suo Berlusconi ebreo, che vorrebbe in manette subito, considerandolo, come ogni politico sotto processo, colpevole fino a prova contraria.

La “colpevolezza” di Israele, tutto sommato, la sua “turpitudine” è cosa secondaria rispetto a quella del suo leader che ricade su Israele e lo mascaria, anche se in realtà, Ovadia, Fini e Orsini, lo sanno meglio del loro direttore, che mascariato, Israele va considerato fin dalla nascita.

 

 

 

 

Torna Su