La decisione di Donald Trump di dare l’ordine di uccidere il Generale Qasam Soleimani, capo delle Guardie Rivoluzionarie Iraniane, mette l’Iran di fronte a un dilemma che dovrà presto sciogliere e che riguarda la modalità con la quale il regime di Teheran deciderà di reagire.
Una reazione misurata darebbe all’opinione pubblica iraniana l’impressione che esso non sia all’altezza dei suoi proclami di vendetta e dell’immagine spavalda ed aggressiva che ha proiettato in Medioriente negli ultimi anni, della quale Soleimani era, quale mano longa dell’ayatollah Khamenei, lo stratega.
D’altro canto, una reazione forte, l’uccisione di soldati o cittadini americani, lo esporrebbe a una massiccia ritorsione americana.
L’Iran non ha assolutamente la capacità militare di potersi confrontare in uno scontro diretto con gli Stati Uniti, scontro che lo vedrebbe inevitabilmente soccombente.
Come ha riassunto Jonathan Spyer sul Jerusalem Post :
“L’escalation Americana ha messo l’Iran in una situazione in cui non ci sono opzioni facili. La decisione che prenderà la Guida Suprema Ali Khamenei determinerà la direzione del Medio Oriente nel prossimo periodo”.
Ma è altresì da aggiungere che anche la decisione che prenderà Donald Trump, determinerà il futuro assetto.
Il presidente americano ha creato le condizioni, attraverso una azione inaspettata e dirompente, per costringere l’Iran a fare la mossa che lo obbligherà ad abbassare la testa, quella testa che Soleimani gli aveva fatto alzare in uno sfoggio continuo di hybris, oppure ad alzarla nuovamente aprendo uno scontro dal quale non può uscire vincitore.
Ed è all’interno di questo contrasto, che, quale ne sarà l’esito, umilierà il regime, che si pone l’imprevedibilità di Trump. Il presidente USA coglierà l’occasione attuale per mostrare determinazione e fermezza, oppure farà marcia indietro, e dopo il fuoco e fiamme del missile Hellfire che ha incenerito la vettura sulla quale viaggiava Soleimani, porgerà agli ayatollah un ramo di olivo?
Se prevarrà la fermezza, la decisione di uccidere Soleimani non potrà che produrre un vantaggio insuperabile, in caso contrario, si perderà una occasione probabilmente irripetibile.