La straordinaria storia di due sorelle inglesi che aiutarono decine di ebrei a fuggire dalla persecuzione nazista diventerà un film. Le protagoniste sono Ida e Louise Cook, due impiegate d’ufficio la cui passione per l’opera lirica le portò a viaggiare ripetutamente nei teatri dell’opera dell’Europa degli anni Trenta e ad assicurare dei lasciapassare a decine di persone che altrimenti avrebbero vissuto il dramma della Shoah. Il problema è che se questo fosse un film di finzione, sarebbe inverosimile. Come fecero due segretarie con dei magri salari a finanziare i loro viaggi all’estero da melomoni? È quello che si è chiesto il produttore cinematografico Donald Thompson, ex presidente della casa di produzione Merchant Ivory, che ora desidera portare sul grande schermo questa pagina sconosciuta della storia.
No, non stiamo parlando di due James Bond in gonnella ma di due rispettabili impiegate, la cui passione per l’opera lirica fu un pretesto e una copertura che permise loro di salvare la vita di 29 ebrei. Louise e Ida Cook nacquero rispettivamente nel 1901 e nel 1904 a Sunderland, una città dell’Inghilterra nord-orientale. Negli anni dell’ascesa al potere del nazismo, le due sorelle erano nubili e vivevano in una modesta casa a schiera del quartiere londinese di Wandsworth. Louise era un’impiegata d’ufficio, Ida una dattilografa e poi una prolifica scrittrice che pubblicò circa 130 romanzi rosa sotto lo pseudonimo di Mary Burchell, i cui proventi permisero alle due donne di coltivare la loro unica passione nella vita: l’opera lirica – passione che consentì loro di visitare alla fine degli anni Trenta i maggiori teatri dell’opera in Germania e in Austria, ma anche negli Stati Uniti. E in questi viaggi, allargarono la loro cerchia di amici melomani. Poi, nel 1934, durante una di queste opere in scena al Festival di Salisburgo, in Austria, la loro vita cambiò. Essendo diventate amiche della famosa soprano rumena Viorica Ursuleac, fu chiesto loro da quest’ultima di occuparsi di una sua cara amica, una certa Frau Mitia Mayer-Lismann, che si sarebbe recata a Londra di lì a poco per un breve viaggio. Le due sorelle accettarono di buon grado e accolta a Londra la donna appresero da lei stessa che era ebrea e cosa volesse dire esserlo in Austria e in Germania. Profondamente toccate dal racconto di Frau Mayer-Lismann, Ida e Louise iniziarono a occuparsi dei profughi ebrei “coordinando le piccole offerte di denaro e di ospitalità”, come in seguito raccontò Ida. Queste piccole offerte provenivano da amici che contribuivano alla causa, dando un taglio alle loro spese giornaliere, come camminare a piedi anziché prendere i mezzi pubblici e pagare il biglietto o privarsi di acquistare le sigarette. La notizia si diffuse velocemente e presto le due sorelle furono sommerse da richieste di aiuto. Louise decise di imparare il tedesco per potere agire con maggiore efficienza.
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Ogni due mesi, entrambe si recavano in Germania per incontrare potenziali profughi, con il pretesto di recarsi all’opera. Per evitare i controlli, il sabato mattina prendevano un volo dall’aeroporto di Croydon, nei pressi di Londra, con destinazione Colonia e rientravano via mare dall’Olanda, la domenica sera. In Germania, spesso lavoravano con Clemens Krauss, direttore dell’Opera di Stato di Berlino e poi dell’Opera di Monaco. Krauss era sposato con la soprano Viorica Ursuleac, che da anni era amica delle due sorelle. Si credeva che fosse un fervente nazista, ma in realtà si prodigava per la salvezza degli ebrei e fornì a Ida e Louise una copertura per i loro viaggi. In seguito, Ida e Louise iniziarono un’attività ancor più pericolosa: portare con loro in Gran Bretagna diamanti, perle e altre gemme preziose che agli ebrei non era permesso di fare uscire dall’Austria e dalla Germania. Le due sorelle indossavano i gioielli sui loro abiti dozzinali dando l’impressione che fossero delle patacche e così farla in barba ai doganieri, mettendo a repentaglio la loro vita perché se fossero state scoperte sarebbero state punite in modo esemplare.
Il 9 novembre 1938, orde di nazisti e di loro simpatizzanti si riversarono nelle strade di città e paesi in Germania, Austria e Cecoslovacchia, incendiando migliaia di sinagoghe, distruggende attività e negozi di proprietà degli ebrei. Trentamila ebrei furono arrestati e innumerevoli furono quelli uccisi nella famigerata Kristallnacht. Un mese dopo, Mitia Mayer-Lismann, al sicuro nel Regno Unito, consegnò a Ida e Louise una lista di nomi e indirizzi con le parole “Dio vi benedica e vi aiuti!” scritte con inchiostro viola. Tra i nomi c’era quello di Lisa Basch, un’aspirante fotografa di 25 anni, il cui padre industriale era stato deportato a Dachau. Louise non poteva lasciare il lavoro in quell’occasione, così Ida si recò da sola nella casa della famiglia Basch, una grande villa gotica che si ergeva a Offenbach, vicino a Francoforte. Vi trovò rovina e devastazione e la giovane Lisa, unica superstite della famiglia a non avere ancora una via di scampo, che le venne fornita grazie alla visita di Ida. Lisa lasciò la Germania qualche mese dopo sotto falsa identità e trovò rifugio in Inghilterra. Tra le altre persone soccorse c’erano Friedl Orlando, un giornalista originario di Francoforte, che poté raggiungere Londra con un permesso di studio proprio quando aveva perso ogni speranza di fuggire e la famiglia Maliniak: Jerzy, originario della Polonia, che era vicedirettore d’orchestra dell’Opera di Vienna, sua moglie Gerda e la loro figlioletta.
Il 28 luglio 1964, lo Yad Vashem di Gerusalemme, l’Ente nazionale israeliano per la Memoria della Shoah, insignì le due sorelle Cook del titolo di “Giuste tra le Nazioni”. Ida e Louise morirono rispettivamente nel 1986 e nel 1991. Nel 2010, sono state onorate dal governo britannico come eroine inglesi dell’Olocausto.