Come già ricordato su queste pagine, le relazioni bilaterali tra Israele e Russia si sono sempre svolte all’insegna del pragmatismo, soprattutto per quanto concerne il conflitto in Siria.
Mosca ha permesso a Gerusalemme di colpire obiettivi sensibili iraniani in terra siriana, eppure non bisogna dimenticare il sostegno, ben più importante, che la Russia ha fornito e tuttora fornisce ai nemici d’Israele, Hezbollah e Iran in testa, ma non solo.
La Russia sostiene ufficialmente l’Autorità Nazionale Palestinese guidata da Mahmoud Abbas, anche attraverso la vendita di mezzi militari alle «forze di sicurezza palestinesi», comprese quelle attive nella cosiddetta Cisgiordania, tuttavia le sue relazioni con Hamas sono piuttosto buone. I leader di Hamas sono ricevuti ai massimi livelli a Mosca e in rinomate località balneari come Sochi.
L’ex ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vitaly Churkin, dichiarò al Consiglio di sicurezza che lo scopo dei contatti di Mosca con Hamas era persuadere i suoi leader a compiere passi verso la riunificazione di tutte le fazioni palestinesi. Inoltre, spiegò anche che Mosca lavorava con tutte le parti palestinesi per formare ufficiali delle forze di sicurezza, nonché per fornire borse di studio ai giovani palestinesi per educarli nelle università e nelle accademie militari russe.
Il principale beneficiario delle forniture di armi russe è però Hezbollah. L’organizzazione terroristica che controlla il sud del Libano è sostenuta da Siria e Iran, che sono disposte a fornirle qualsiasi tipo di arma. Poiché entrambi gli sponsor di Hezbollah sono clienti dell’industria delle armi di Mosca, gran parte dell’ampio arsenale di Hezbollah è di fabbricazione russa. Una decina di anni fa, il presidente israeliano Shimon Peres accusò la Siria di aver fornito a Hezbollah missili Scud di produzione russa.
Si tratta di missili poco precisi, ma perfetti per colpire una zona densamente popolata, come le città israeliane al confine con il Libano. La presenza di armi di fabbricazione russa presso Hezbollah è stata dimostrata anche dalla storia.
Nel corso della guerra del 2006 contro Hezbollah in Libano, i carri armati israeliani sono stati colpiti con missili anticarro Kornet di produzione russa. I militanti di Hezbollah hanno anche utilizzato lanciarazzi RPG-29, sempre di marca russa. Le truppe israeliane sequestrarono un’armeria dei terroristi, dove trovarono missili e lanciatori riconducibili al Ministero della Difesa russo e a quello siriano. A quel tempo, i media russi si vantavano apertamente dell’equipaggiamento militare assemblato nelle loro industrie e capace di distruggere un Merkava.
La guerra nel Libano meridionale si è conclusa nell’agosto 2006 con la risoluzione n. 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che includeva un embargo delle armi al Libano, a eccezione dei trasferimenti autorizzati dal governo libanese o dalle Nazioni Unite. La Russia, senza il permesso di Beirut né dell’ONU, ha continuato a fornire armi ai militanti di Hezbollah.
È giunto il momento di ritenere la Russia responsabile dei suoi costanti sforzi per fomentare conflitti in Medio Oriente armando le organizzazioni terroristiche anti-israeliane.