Akko, ovvero Acri (nella foto), nel nord di Israele, fu l’ultima capitale del regno latino di Gerusalemme, quello stato crociato così criticato avvolto dal fiabesco e fosco fascino dell’ “Outremer”, ovvero i regni cristiani d’Oriente (Gerusalemme, Edessa, Antiochia, Tripoli ecc.).
Quando gli abilissimi, e geniali in battaglia, mamelucchi d’Egitto, nella persona del sultano Qalawun, la conquistarono nel 1290 (il sultano morì pochi giorni prima della caduta della città), la presenza cristiana in Medio Oriente ebbe fine ovunque tranne che nella Piccola Armenia (per poco) e nel regno di Cipro, in mano alla dinastia francese dei Lusignano, che continuò come regno indipendente per altri 200 anni.
Il Medio Oriente cadde così nelle mani dei Mamelucchi d’Egitto, cui seguì, dopo 200 anni, il dominio dei Turchi Ottomani fino al 1918. Poi toccò agli inglesi.
In tutto questo periodo, mentre nacquero vari stati vassalli dell’Impero Ottomano, come Tunisia ed Egitto stesso, gli arabi dell’antica Israele, che vivevano lì come pastori, divenuti successivamente i cosiddetti “palestinesi”, non rivendicarono mai in più di seicento anni una qualsiasi forma di indipendenza dal Sultano, né da quello mamelucco d’Egitto né da quello turco ottomano.
Gli arabi non ancora palestinesi non elessero mai, ed è importante sottolineare mai, alcun monarca vassallo del sultano, cioè non cercarono mai una parvenza di indipendenza, né sotto un bey, come a Tunisi, né sotto un dey, come ad Algeri, né sotto un emiro senusso, come in Libia, né sotto un khediveh come in Egitto, né sotto uno sceriffo arabo, come alla Mecca. Mai. Non ebbero mai sussulti indipendentistici di alcun genere.
Anzi, nel XIX secolo vendettero molte loro terre agli ebrei, sia quelli sempre rimasti in loco, ed erano parecchi, sia quelli che provenivano dall’Europa e soprattutto dall’Impero Russo.
Questi sussulti indipendentisti nacquero tutti assieme, improvvisamente, nel 1948.
Come per magia o meglio come per odio verso la rinata nazione ebraica.
Di: Antonio Balthazar Barbieri