Riceviamo e pubblichiamo
Giunge in queste ore sul tavolo del direttore del Giro d’Italia, del direttore di Rcs Sport e del presidente di Rcs telecomunicazioni una lettera che ha a dir poco dell’incredibile, ma che dimostra definitivamente la vera natura del movimento Bds.
Non è un movimento pacifista, non è un movimento che promuoverebbe, seppure con azioni forti come il pretendere un disinvestimento e delle sanzioni per presunte politiche criminose del governo di Israele nei confronti dei Palestinesi, un dialogo o una volontà di pace. Ma soprattutto, non è un movimento che combatte, come cianciano i suoi appartenenti e i suoi responsabili, ogni forma di antisemitismo o di islamofobia o di razzismo.
E’ esattamente l’opposto, e la maschera da parte sua viene perfettamente gettata con la vergognosa missiva inviata ai direttori appena citati.
Anzitutto, è falso, come sostiene il Bds in questa missiva, che “la comunità internazionale non riconosce alcuna parte di Gerusalemme quale capitale di Israele”, e tutto questo dimostra non solo una perfetta ignoranza della storia, ma anche un malcelato tentativo di negare a Gerusalemme uno status di capitale dello stato di Israele.
Inoltre, considerando che il Giro d’Italia del 2018 partirà da Gerusalemme proprio perché si vuole in questo modo anche ricordare Gino Bartali – il campione di ciclismo Italiano nominato dalla commissione dei giusti di Yad Vashem “Giusto tra le Nazioni” per avere salvato, nell’Italia tra il 1943 ed il 1945, numerose famiglie di ebrei da una morte certa nel genocidio nazifascista – e si vuol ricordare che a Gerusalemme, proprio nel giardino dei Giusti tra le Nazioni all’interno del complesso di Yad Vashem viene ricordato anche il nome di Bartali, questo tentativo di boicottare un giro d’Italia che vuole essere svolto nel nome di un Giusto che ha salvato vite umane da un genocidio vero nasconde un malcelato tentativo negazionista della Shoah stessa. Il tentativo di boicottaggio, invece, è fatto nel nome di una presunta pulizia etnica della popolazione palestinese, in realtà del tutto inventata in quanto la popolazione palestinese è perfino raddoppiata in questi 70 anni,
Ma non solo. Nella lettera si parla di Israele come di uno stato dove si praticherebbe apartheid, accomunandolo al Sudafrica di Nelson Mandela. Ma Israele ha nel suo stesso parlamento deputati musulmani! Perfino uno dei capi della polizia di Gerusalemme succedutisi negli oltre 70 anni di storia di Israele è stato un musulmano! Israele consente addirittura una applicazione della Sharìa in certi contesti e in certe situazioni gestite interamente da cittadini di fede Islamica! Dove sta l’apartheid in tutto questo, cari signori del Bds?
E ancora: nella vostra lettera si legge: “Nel sud di Israele, dove è prevista un’altra tappa della corsa, dozzine di città beduine palestinesi si vedono rifiutati riconoscimento e servizi di base da parte di Israele e sono state sottoposte a ripetute demolizioni, nel caso di Al-Araqib oltre 100 volte.” Peccato che quelle demolizioni fossero di abitazioni di terroristi o di loro complici. Voi quindi siete dalla parte del terrorismo? Non volete la pace, evidentemente, ma la distruzione di Israele. Non cercate dialogo, ma evidentemente vi fa comodo vedere gli ebrei saltare in aria in qualche attentato o venire accoltellati per la strada. Avete gettato la maschera con la vostra lettera. Il vostro è un movimento antisemita, filoterrorista e anche negazionista della storia e dei diritti del popolo ebraico. La cosa vergognosa è che anche nelle nostre università c’è chi vi finanzia.
Alessandro Matta, direttore Associazione Memoriale Sardo della Shoah.