Editoriali

Fine dello stallo?

Il raid aereo compiuto dall’IDF stanotte a Gaza dopo circa due mesi di tregua, sigla la sua fine e certifica ciò che era palese fin da prima; che Hamas è ancora pienamente operativo all’interno della Striscia e in grado di controllare il territorio nonostante quindici mesi di guerra. Con la tregua finalizzata alla liberazione degli ostaggi ancora detenuti ha acquisito solo tempo per ricompattarsi.

Certifica ulteriormente che la strategia di guerra condotta fino ad oggi non ha raggiunto lo scopo prefissato e molteplici volte dichiarato da Netanyahu, lo smantellamento operativo dell’organizzazione terroristica e dei suoi addentellati.

A gennaio, Steven Witkoff, l’inviato per il Medio Oriente scelto da Donald Trump, aveva sostanzialmente imposto a Netanyahu di accettare un accordo con Hamas. Quell’accordo, che ha fruttato il rilascio di altri ostaggi liberati nel contesto di orrendi spettacoli inscenati da Hamas, non ha e non non poteva che lasciare accantonato il problema principale, la presenza di quest’ultimo a Gaza e il futuro dell’enclave.

Appare chiaro che non esistono soluzioni che possano conciliare la liberazione di tutti gli ostaggi rapiti da Hamas durante l’eccidio del 7 ottobre 2023 e la sua eliminazione.

Fin dal principio Hamas ha utilizzato gli ostaggi come sua principale salvaguardia e arma di ricatto nei confronti di Israele. Se la priorità del governo israeliano e dell’appartato militare è quella di sconfiggere Hamas, non resta che prendere atto, come è stato evidente fin dal principio, che la sorte degli ostaggi, dolorosamente, diventa secondaria, altresì, la situazione non può che perdurare in questo modo.

I fatti ci dicono che la guerra contro Hamas cominciata nell’ottobre del 2023, Israele non l’ha ancora vinta. Hamas non ha alcuna intenzione di lasciare Gaza, e il suoi effettivi, pur essendo stati fortemente diminuiti, si sono rimpinguati. Secondo i Servizi americani le nuove reclute di Hamas ammonterebbero tra i dieci e i quindicimila effettivi.

Per vincere la guerra Israele ha bisogno dell’appoggio fermo e risoluto dell’Amministrazione Trump. In questo senso la dichiarazione del portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Brian Hughes, secondo il quale “Hamas avrebbe potuto rilasciare gli ostaggi per estendere il cessate il fuoco, invece ha scelto il rifiuto e la guerra”, va nella direzione giusta. Bisognerà, tuttavia, vedere fino a che punto Washington sarà disposta ad appoggiare Israele e fino a che punto Israele vorrà andare avanti, modificare la propria strategia, dandosi come obiettivo definitivo la sconfitta di Hamas, se no, nel secondo anniversario del 7 ottobre, ci troveremo ancora in uno stallo.

 

 

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