Probabilmente la politica potrebbe fare qualcosa, ma né l’attuale giunta comunale a maggioranza grillina né il centrosinistra che ha amministrato il capoluogo piemontese ininterrottamente nei vent’anni precedenti sembrano interessati ad occuparsene. Ne abbiamo parlato con Fabrizio Ricca, capogruppo della Lega Nord in Consiglio Comunale a Torino.
Fabrizio Ricca, Lei da capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale è probabilmente l’unico esponente politico torinese ad essersi mosso per impedire lo svolgimento del vergognoso convegno anti Israele al campus Einaudi. Cosa ne pensa del fatto che si sia svolto ugualmente nonostante le rassicurazioni del rettore?
All’università di Torino è innegabile che ci sia un problema, al punto che non bastano le rassicurazioni del rettore per impedire quell’insulto. Credo che sia sintomo di una pericolosa debolezza dei vertici di Unito che da una parte pubblicamente dicono di intervenire, dall’altra lasciano fare.
Pare che ogni anno sia la stessa storia. Convegni dai contenuti antisionisti in concomitanza con il Giorno della Memoria al campus Einaudi di Torino, polemiche, rassicurazioni da parte dell’università ma poi un’aula si trova sempre. Davvero non si riesce a fermarli?
Non si vuole fermarli, è diverso. I semi dell’odio antisemita sono stati piantati da tempo e credo che ci sia proprio un piano da parte di questi soggetti per trovare visibilità organizzando simili iniziative in coincidenza con il Giorno della Memoria. Fermarli si può se si impedisce loro l’utilizzo di ogni spazio dell’Università.
È vero che in passato una relatrice di uno di questi eventi l’ha denunciata? Era una docente? Com’è andata?
Verissimo, durante uno di questi pseudo convegni definii l’Università di Torino carnefice di Israele in quanto tollerava convegni basati sull’antisemitismo. Andò poi a finire con una contro denuncia che cancellò la prima.
Quest’anno i relatori hanno detto addirittura che il Mossad organizzava attentati nelle sinagoghe in Yemen e Iraq per convincere gli ebrei ad emigrare in Palestina. Negli anni passati sono stati ipotizzati collegamenti tra sionismo e nazismo. Perché l’università torinese fa da megafono a queste menzogne? Quanto è pericoloso per la formazione dei giovani?
Voglio pensare che i vertici dell’Università di Torino siano ostaggio di un manipolo di studenti e docenti, e aggiungerei anche pseudo intellettuali, che sarebbero pronti anche a negare l’Olocausto o come hanno fatto con questo convegno parlare di strumentalizzazione a fini politici per l’odio che hanno contro Israele.
Spero non sia vera la voce che vuole che il rettore abbia partecipato a tale evento.
È più facile pensare che alla base della concessione di spazi per eventi cosi vergognosi non sia la comunanza di idee ma un ricatto del tipo “o ci fai fare il convegno o ti ritrovi con un problema di ordine pubblico dentro l’università”.
In ogni caso, trovo scandaloso e ho più volte denunciato che non sia mai stato organizzato un evento che spieghi le ragioni di Israele o quantomeno con un contraddittorio.
Abbiamo continuamente a che fare con ipocriti che il 27 gennaio – giorno della Memoria – onorano gli ebrei uccisi nei campi di concentramento, ma che dal 28/1 per tutto l’anno si permettono di paragonare Israele alla Germania nazista.
Tutto ciò è pericoloso per la formazione dei giovani che a contatto con certi soggetti non fanno che alimentare odio verso Israele.
Gli avversari politici, Pd in testa, accusano spesso centrodestra e Lega di essere ambigui su Israele e gli ebrei. Può chiarirci le Sue posizioni e quelle del Suo partito?
Mi viene da sorridere quando sento dire dal centro sinistra che siamo ambigui su Israele. Proprio loro che, come la sinistra radicale e gli antagonisti, si nascondono dietro la questione palestinese per attaccare spesso e volentieri Israele e gli ebrei.
La Lega dialoga con i rappresentanti israeliani: io stesso mi sono mosso in prima persona, incontrando anche l’Ambasciatore di Israele per presentare una mozione di gemellaggio tra la città di Torino e Gerusalemme, cosi da riportare il dibattito cittadino in un ambito di obiettività e neutralità, cercando di interrompere la visione unilaterale filopalestinese che da sempre ha purtroppo caratterizzato il governo della città di Torino.
Personalmente mi ritengo un amico di Israele come lo è il mio partito. Credo non lo sia invece chi ha chiuso gli occhi e non ha detto nulla davanti a quel convegno all’università di Torino.
Tornando a Torino, che oggi sembra essere diventata la città più antisionista d’Italia, pensa che l’arrivo di una giunta grillina stia avvantaggiando il Bds e l’avvento di questo tipo di convegni in sedi universitarie e persino comunali?
Se pensiamo che la mozione per il gemellaggio con Gerusalemme è stata dimenticata in un cassetto e vista l’ambiguità su Israele da parte del M5S, sia a livello nazionale che locale, non mi stupisco che in città determinati pensieri possano essere sdoganati e fatti sembrare normali. Non si respirava un clima antisemita così forte a Torino da parecchio tempo.