Negli ambienti antioccidentali, tanto di estrema destra quanto di sinistra, il nome di Oriana Fallaci è associato a un americanismo bellicoso e “crociato”. Il termine “fallaciano” è diventato sinonimo di “imperialismo statunitense” e “sionismo guerrafondaio”.
Al contrario della caricatura che ne viene fatta dai suoi critici, la giornalista fiorentina non era una “vecchia” accecata dalla rabbia, bensì un’analista lucida e impietosa del declino euroamericano. Una grande prova della sua visione nitida e razionale è il libro “La forza della ragione”, nel quale ricostruisce con dovizia di dettagli storici la guerra che, da millequattrocento anni, l’Islam conduce contro l’Europa. Inoltre, individua i nemici interni che favoriscono l’islamizzazione della civiltà occidentale, i responsabili dell’asse euro-arabo, definito:
“Il più squallido complotto cha attraverso le truffe ideologiche, le sudicerie culturali, le prostituzioni morali, gli inganni, il nostro mondo abbia mai prodotto. C’è l’Europa dei banchieri che hanno inventato la farsa dell’Unione Europea, dei papi che hanno inventato la frode dell’Ecumenismo, dei facinorosi che hanno inventato la bugia del Pacifismo, degli ipocriti che hanno inventato la frode dell’Umanitarismo”.
Con uno stile incalzante e marziale ripercorre le invasioni e le conquiste che il mondo islamico ha inflitto alla civiltà europea: “Perché è l’unica arte nella quale i figli di Allah hanno sempre eccelso, l’arte di invadere conquistare soggiogare. La loro preda più ambita è sempre stata l’Europa, il mondo cristiano”. La scrittrice, autoesiliatasi a New York, trova sostegno e conforto nelle accurate ricerche della storica Bat Ye’or, scrive infatti: “leggerla fu come scoperchiare una pentola di cui non conoscevi il contenuto ma di cui avevi ben annusato i pessimi odori”. Si tratta del piano, figliato dal gollismo antiamericano, di “fondere” le due sponde del Mediterraneo e dare vita a un nuovo blocco geopolitico, economico e culturale: l’Eurabia. Un piano ambizioso portato avanti dalle istituzioni europee e dalla Lega Araba. Lo studio di Bat Ye’or le serve non solo per interpretare meglio la realtà, ma anche per smantellare le menzogne post-comuniste sulle cause dell’immigrazione, le chiacchiere sulla disuguaglianza tra Nord e Sud del mondo, qualificate, correttamente, come “consunto slogan”.
Tra gli innumerevoli meriti di Oriana Fallaci c’è quello di aver delineato la psicologia del radicale antioccidentale e filoislamico, il “collaborazionista” denigratore della sua civiltà, membro di quella che chiama “Triplice Alleanza”. Si tratta della Chiesa Cattolica, della Destra post-fascista e della Sinistra orfana del marxismo-leninismo, riciclatasi in un terzomondismo antiamericano e anti-israeliano. Agli ultimi due elementi della suddetta alleanza dedica pagine infuocate. Individua la matrice comune del fascismo, del socialismo e dell’Islam, e lo fa citando il grande pensatore liberale Friedrich A. von Hayek. Si tratta del rigetto dell’individualismo in nome di entità totalitarie, si chiamino esse “Stato”, “Comunismo” o “Umma”. Gli sconfitti dalla Storia, i fascisti e i socialisti, si coalizzano con il nuovo nemico della società liberaldemocratica, ossia l’Islam. I residuati bellici della lotta all’Occidente “plutocratico” e “giudeo-massonico” ripropongono le loro sconfessate tesi attraverso il filoislamismo; mentre lo jihadismo internazionale parla la lingua “antimperialista” dei rivoluzionari neri e rossi. Una coalizione di rancorosi, di sconfitti, sempre alla ricerca di soluzioni palingenetiche.
La Fallaci, con esattezza fatale, demolisce i capisaldi ideologici degli antioccidentali e lo fa con uno stile impeccabile. I suoi libri, regolarmente ristampati, sono un pericolo mortale per chi, da decenni, sconfitto sul piano reale, conduce una guerra di logoramento in seno all’Occidente. Nelle pagine finali de “La forza della ragione”, la scrittrice, espone i motivi per i quali la civiltà occidentale è destinata a trionfare sugli ideologismi mortiferi che l’assediano. Sono pagine dure e luminose come diamante:
“Perché l’Islam è uno stagno […] lo stagno non ama la vita. Ama la morte. Per questo le mamme dei kamikaze gioiscono quando i loro figli muoiono, dicono Allah akbar-Dio è grande-Allah akbar. L’Occidente è un fiume, invece. E i fiumi sono corsi d’acqua viva. Acqua che defluisce continuamente e defluendo si depura, si rinnova, raccoglie altra acqua, arriva al mare, e pazienza se a volte straripa. Pazienza se con la sua forza a volte allaga. Il fiume ama la Vita. La ama con tutto il bene e tutto il male che essa contiene. La nutre, la protegge, la esalta, e per questo le nostre mamme piangono quando i loro figli muoiono”.
Oriana Fallaci ha avuto il dono, con la sua scrittura, di condurre il lettore alle sorgenti della sua civiltà, la nostra civiltà, che “Ci ha nutrito il giardino del Pensiero. Ci ha elaborato il concetto della Bellezza, della morale, della libertà, dell’uguaglianza. Ci ha dato un sistema che è lungi dall’esser perfetto, che spesso è una menzogna ma che tutto sommato è il migliore degli altri: il sistema che si chiama Democrazia”.