Tra il 1941 e il 1944, durante l’occupazione tedesca dei Paesi Bassi, una serie di fantasiosi libri per l’infanzia e di giochi a firma di El Pintor (Il Pittore, in spagnolo) allietarono e colorarono la vita dei bambini nascosti dietro spesse tende oscuranti o in angusti e affollati rifugi, nei giorni cupi e desolati della guerra. Furono pubblicati da una piccola casa editrice di Amsterdam molto coraggiosa, la Corunda, che riuscì a realizzare tirature di 10 mila copie sul suolo olandese e fino a 60 mila nelle traduzioni in tedesco. Corredati di pregevoli e colorate illustrazioni, alcune ritagliate in modo tale da assumere forme tridimensionali, i libri e gli opuscoli, alcuni dei quali sono sottili cartonati, mentre altri hanno all’incirca le dimensioni di una mano di un adulto, sono ricchi di storie ambientate in giardini abitati da fate bambine, hanno come protagonisti animali fantastici come Kobus Nibble: un intrepido coniglietto in lederhosen, i tradizionali pantaloni corti di cuoio con bretelle, tipici della Baviera; evocano un mondo bizzarro, magico o sono ambientati in Paesi lontani e sconosciuti, luoghi inimmaginabili per bimbi che vivevano una realtà che non lasciava certo spazio alla fantasia. La produzione editoriale comprende libri pop-up, libri di attività, pieghevoli, e annovera anche un libro del “mercato dei fiori”, contenente piccole carte ritagliabili di fiori stilizzati di varietà diversa che i bambini potevano “piantare” nei vasi cartonati all’interno del book. Un altro libro fornisce una spiegazione di base della teoria dei colori. El Pintor voleva che i piccoli lettori trattassero i libri come giocattoli e li maneggiassero il più possibile. Questi testi avevano tutti lo scopo di far pensare e giocare i bambini in modo diverso rispetto ad altri libri più tradizionali dell’epoca, come afferma la scrittrice olandese Linda Horn, autrice del volume Galinka Ehrenfest en El Pintor.
Di recente, una collezione di creazioni editoriali di El Pintor dai colori ancora vibranti è stata acquistata al New York International Antiquarian Book Fair, tenutosi dal 27 al 30 aprile scorso, da un acquirente anonimo che intende donarla al Museo Nazionale dell’Olocausto di Amsterdam. La serie di libri era stata venduta da un privato a Peter Kraus, proprietario di Ursus Rare Books, a New York. Kraus è un espositore di lunga data al TEFAF Maastricht (Paesi Bassi), ampiamente considerato come la principale fiera mondiale per l’arte, l’antiquariato e il design. Nell’edizione del TEFAF del marzo scorso un visitatore si è avvicinato a Kraus e gli ha chiesto il suo biglietto da visita. “Vendo spesso libri illustrati e questo collezionista olandese mi ha proposto di vendere i volumi che aveva collezionato per tre decenni”, ha detto Kraus. E ha aggiunto: “Queste opere sono notevoli per la loro qualità. La stampa è molto buona e i pieghevoli sono straordinari. E tutto è stato fatto nel bel mezzo della guerra, con difficoltà a reperire i materiali e ogni sorta di ostacoli”. Le copie ancor oggi in circolazione sono esigue, sebbene ne siano state stampate migliaia di copie. Il fatto che la loro produzione risalga al periodo bellico non giustifica la rarità dei testi in circolazione, perché le autorità non erano a conoscenza del fatto che gli artisti dietro El Pintor fossero ebrei, pertanto, non c’era motivo per loro di distruggere le copie dei libri. È più probabile, secondo Kraus, che i testi abbiano conosciuto la sorte riservata ai libri per l’infanzia: la distruzione da parte di bimbi entusiasti, avidamente inclini a esplorarli a 360°.
La figura misteriosa, onnipresente e invisibile di El Pintor è silenziosamente presente in tutte le opere e i giochi, il suo nome fa parte dei titoli e appare in copertina. Agisce da narratore o da personaggio nella storia, ma nessuno riesce mai a vederlo. Il primo indizio sulla sua identità è offerto da Godfried Bomans, nella prefazione del Libro magico delle 1001 notti di El Pintor pubblicato nel 1942. Bomans descrive il fantomatico creatore come “un mago dei tempi recenti, uno gnomo moderno; assomiglia a tante altre persone e vive, senza indossare un cappello a punta e privo di barba, in una casa qualunque sulla Keizersgracht. (…) A tarda notte, quando fa buio, prende forbici e colla e fa libri magici per bambini, uno più bello dell’altro”. Ma chi è questa figura misteriosa?
Dietro lo pseudonimo di El Pintor c’era una coppia ebrea, Galinka Ehrenfest e suo marito Jacob Kloot, coraggiosa e determinata. Utilizzarono questo nom de plume non soltanto per intrattenere i giovani lettori, ma per celare le loro origini, finanziare la resistenza olandese e sostenere gli ebrei costretti a vivere in clandestinità per nascondersi dal regime nazista.
Galinka Ehrenfest e Jacop (Jaap) Kloot si incontrarono nel 1934 alla New School of Art di Amsterdam. Jacob Kloot nacque nel 1916 in una grande famiglia ebrea di Amsterdam; il padre era un piccolo commerciante di frutta e ispettore presso il locale mercato ortofrutticolo. Poco si sa di Jaap, tranne che coniugò il suo interesse artistico con uno spiccato senso degli affari. Il padre di Galinka, Paul Ehrenfest, era un fisico ebreo nato in Austria, e sua madre, Tatiana Afanassjeva, era una matematica russa. La famiglia si trasferì a Leida quando Paul ottenne una cattedra nella città olandese. Colleghi da tutta Europa frequentavano casa Ehrenfest, tra cui Albert Einstein, il quale regalò un violino alla piccola Galinka, essendo lui stesso un eccellente violinista. Il rapporto che legava i piccoli Ehrenfest al fisico tedesco era molto stretto tanto da ritenerlo uno zio. Jaap e Galinka divennero una coppia molto affiatata e nella loro cerchia di conoscenze c’erano artisti che collaborarono alla produzione editoriale di El Pintor. Nel 1940, Kloot fondò ad Amsterdam la piccola casa editrice Corunda. La Ehrenfest si occupava della parte creativa: illustrava e scriveva le storie, mentre Kloot gestiva l’attività. Anni dopo la guerra, tipografi e litografi che erano amici di Galinka la chiamavano ancora la “signora El Pintor”. Durante l’occupazione nazista, pubblicare libri era un’impresa difficile. La carta scarseggiava ed era costosa, e per ogni stampa e ristampa occorreva seguire un lungo e noioso iter burocratico onde ottenere la necessaria autorizzazione. I libri approvati avevano un numero di serie che ne consentiva la vendita nelle librerie. Inoltre, nelle edizioni mancavano i colophon, non venivano menzionati i nomi di coloro che avevano contribuito alle pubblicazioni: era troppo pericoloso farlo, ed El Pintor doveva diffidare dell’occupante. Nel 1941, il regime nazista privò gli ebrei delle loro proprietà e impedì loro di lavorare. Jaap Kloot consegnò Corunda nelle mani di persone di cui si fidava e continuò a lavorare per la casa editrice con discrezione. Lui e Galinka si occuparono di trovare nascondigli per gli ebrei perseguitati. Sebbene trascorressero la maggior parte delle notti in luoghi diversi per evitare di essere scoperti, Kloot fu arrestato nel maggio 1943 e inviato a Westerbork, un campo di transito nei Paesi Bassi, e da lì nel centro di sterminio di Sobibor, dove morì due mesi dopo. Il 19 giugno, fu arrestata anche Galinka. Era incinta del loro primo figlio e venne interrogata in prigione per una settimana. Secondo i documenti dell’Amsterdam Resistance Museum, “un capitano delle SS di nome Benno Samel istruì Galinka e altri su come rispondere agli interrogatori”, e questo le consentì di inventare una storia credibile grazie alla quale fu poi rilasciata, il 26 giugno. Poco dopo il rilascio, dette alla luce un bambino nato morto. Nel 1946, pubblicò l’ultimo libro dalla collezione di El Pintor. Dopo la guerra, divenne una designer d’interni, specializzata in camerette per bambini. “Ha creato spazi in cui i bambini potevano trasformare la loro immaginazione in realtà e dove potevano imparare senza interferenze da parte degli adulti”, ha affermato la Horn. Rimase a vivere in Olanda, dove morì nel 1979. Aveva 69 anni. Grazie alla biografia di Linda Horn e alla recente vendita della collezione dei libri a New York, l’universo magico di El Pintor, distrutto dalla guerra, torna a vivere.