Papa Francesco è il terzo Pontefice della storia ad aver visitato la sinagoga di Roma, dopo Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Un evento che, oltre alla portata storica nel segno della continuità con i due pontefici precedenti, ha lasciato il segno nella comunità ebraica, la cui presidente Ruth Dureghello ha dichiarato: “La visita di Papa Francesco non porta con sé il segno dei ritualismi. È una tappa importante, in un momento delicato in cui le religioni devono rivendicare uno spazio nella discussione pubblica per contribuire alla crescita morale e civile della società”.
Presenti anche il presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna, il Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni, il prefetto di Roma Franco Gabrielli e il commissario straordinario Francesco Paolo Tronca.
Dureghello ha continuato: “Mi sento di poter dire che ebrei e cattolici, a partire da Roma, debbono sforzarsi di trovare assieme soluzioni condivise per combattere i mali del nostro tempo. Abbiamo la responsabilità di rendere il mondo in cui viviamo un posto migliore per i nostri figli. L’incontro odierno dimostra che il dialogo tra le grandi fedi è possibile, un impegno volto a garantire accoglienza, pace e libertà per ogni essere umano”.
La visita di Papa Francesco è giunta 29 anni dopo quella di Giovanni Paolo II e sei anni dopo quella di Benedetto XVI. Bergoglio, arrivato alle 16 in punto, ha anche omaggiato la lapide in ricordo di Stefano Gaj Taché, ucciso a soli due anni dai terroristi palestinesi nell’attentato alla sinagoga di Roma del 1982.
Foto: Agenziacomunica
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