In 75 anni dal giorno della creazione delle Nazioni Unite, molto è cambiato nel mondo anche se il pregiudizio anti-israeliano continua a permanere stabile.
Alle Nazioni Unite, fabbrica incessante di risoluzioni contro Israele, gli USA, anche grazie al grande lavoro compiuto negli scorsi anni da Nikki Haley, ex ambasciatrice americana all’ONU, insieme ad Israele, sono state le uniche nazioni ad essersi dichiarate contrarie al budget del 2021 perché prevede un finanziamento per un evento in occasione del 20esimo anniversario della Dichiarazione di Durban (2001 Durban Declaration and Program of Action).
Per comprendere appieno il significato di quanto è in programma all’ONU, bisogna retrocedere al 10 novembre 1975 quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò la Risoluzione n. 3379 nella quale si affermava che il sionismo è una forma di razzismo. Tale documento venne revocato solo nel 1991, quando finì la Guerra fredda e le nazioni che si erano liberate dal giogo sovietico poterono far sentire autonomamente la loro voce, ma nei sedici anni intercorsi il veleno somministrato aveva fatto il suo lavoro. L’associazione tra sionismo e razzismo era diventata un binomio di grande successo, binomio che, malgrado la revoca tardiva della Risoluzione nel 1991, non ha ancora perso il proprio smalto.
L’evento in particolare in cui il binomio venne celebrato fastosamente, fu, nel 2001, la Conferenza Mondiale contro il Razzismo che si tenne a Durban. Fu in quella circostanza, che il Sudafrica propose di ripristinare la Risoluzione 3379.
La Conferenza si trasformò in una e vera e propria kermesse antisemita durante la quale come ebbe a dichiarare il direttore degli affari internazionale del Simon Wiesenthal Center vennero distribuite copie dei Protocolli dei Savi Anziani di Sion, mentre gli ebrei presenti, aggrediti anche fisicamente, venivano buttati fuori dalle riunioni alle quali avevano diritto di partecipare.
Come ebbe a dichiarare il giurista e parlamentare canadese Irwin Cotler, “Durban fu il vertice del coagulo di un nuovo virulento anti ebraismo reminiscente dell’atmosfera che pervadeva l’Europa negli anni Trenta. In questa forma letale, questo sentimento trova espressione nella forma di un antisemitismo genocida approvato dallo Stato, come quello promosso dall’Iran e dalle sue propaggini terroristice, Hamas e Hezbollah”.
Solo ripensando a quanto avvenne nel 2001 a Durban si può comprendere la gravità di quanto previsto nel budget delle Nazioni Unite al quale solo gli Stati Uniti e Israele si sono opposti.