Israele ha recuperato il corpo di Zachary Baumel, il soldato disperso durante la guerra del Libano del 1982. Oggi, avrebbe avuto 57 anni, ne aveva 21, quando si persero le sue tracce nella valle della Bekaa libanese, nei pressi del confine con la Siria. Il suo corpo è stato identificato grazie alle analisi sul suo DNA eseguite dall’Istituto medico-legale di Abu Kabir, a Tel Aviv. Sono anche stati recuperati alcuni dei suoi effetti personali. L’annuncio è stato dato ieri dal portavoce delle Forze di difesa israeliane, Ronen Manelis.
Baumel, detto Zak, era nato a Brooklyn il 17 novembre del 1960 e a dieci anni emigrò con la sua famiglia in Israele. Comandante di carro armato del 362° battaglione corazzato, era uno dei tre soldati le cui spoglie non sono mai state ritrovate dopo la battaglia combattuta dall’esercito israeliano contro le forze siriane presso il villaggio di Sultan Yacoub, tra il 10 e l’11 giugno 1982. Venti militari persero la vita in quei combattimenti Gli altri due soldati dispersi erano Yehuda Katz e Zvi Fieldman, i quali a tutt’oggi mancano all’appello. Per lo Stato maggiore restano needarim scomparsi in azione, nel corso di quella prima guerra del Libano. Fanno parte della memoria collettiva in un paese segnato dalle guerre e in cui il ritorno dei soldati caduti in combattimento o prigionieri è considerato un imperativo morale, non ancora finita per le loro famiglie. L’IDF e il premier Benjamin Netanyahu hanno ribadito il loro impegno a non interrompere le ricerche anche di altri quattro militari israeliani la cui sorte è ancora avvolta nel mistero: il pilota Ron Arad, catturato nel corso di una missione in Libano nel 1986; Hadar Goldin e Oron Shaul, caduti a Gaza nell’estate del 2014 durante la guerra anti-terrorismo e i cui resti potrebbero essere ancora nelle mani di Hamas, e Guy Hever, disperso sulle alture del Golan nel 1997.
È trapelato poco sulle modalità del ritrovamento, si è parlato di uno “sforzo prolungato dell’intelligence” israeliana e sarà anche interessante sapere chi abbia fatto da mediatore. “Non c’è stato nessun accordo e nessuna trattativa per riportare Baumel”, ha dichiarato il portavoce dell’IDF, il quale ha inoltre asserito che il corpo del sergente israeliano è giunto in Israele con un aereo El Al, passando per un paese terzo, senza identificare quest’ultimo. Manelis ha sottolineato che la consegna delle spoglie non rientra in un accordo per lo scambio di prigionieri, ma è il risultato di una lunga e complessa operazione dell’intelligence israeliana, denominata “operazione Canzone dolce-amara”. Secondo informazioni, i resti di “Zak” sarebbero stati ritrovati nel campo profughi di Yarmuk, in Siria, in seguito al ritiro dei miliziani dello Stato islamico.
Netanyahu ha ringraziato l’intelligence israeliana per gli “enormi sforzi” compiuti per riportare in patria il corpo di Zachary e ha dichiarato che sono stati rinvenuti anche i suoi tzitzit, le tipiche frange annodate – i fili che legano l’uomo a D*o – e la divisa indossata nel tank dell’IDF in cui potrebbe aver perso la vita. Baumel era un convinto sionista , assertore di una causa che lo ha portato a combattere in quella battaglia in cui è caduto. Poco prima di sparire nel nulla aveva rivolto l’ultimo pensiero di conforto ai genitori scrivendo loro su una cartolina: “Non preoccupatevi. Va tutto bene. Ma potrei non tornare a casa per un po’”. Parole profetiche. “Possa la memoria di Zachary Baumel essere benedetta per sempre”.