1) Ci siamo chiesti come mai se Gariwo si dissocia dalla nomina di Giusto relativa a Vittorio Arrigoni, attivista filopalestinese ucciso a Gaza nel 2011 da estremisti salafiti, alla cerimonia in cui veniva riconosciuto come tale a Pistoia nel 2013, fossero presenti Pietro Kuciukian e Anna Maria Samuelli, due figure di rilievo della Onlus?
2) Perché si è dovuto attendere fino al 2019, quando il comune di Trevi prendeva una iniziativa analoga per pubblicare un articolo su Moked in cui si declinava la propria responsabilità per quella scelta, senza avere mai ricusato la medesima scelta fatta a Pistoia nel 2013?
3) Come mai fa parte del Comitato scientifico di Gariwo Vittorio Emanuele Parsi, le cui posizioni sullo Stato ebraico sono notoriamente analoghe a quelle del BDS?
A queste domande non abbiamo ricevuto risposta. Ne prendiamo atto. E’, questa, infatti, già una risposta.
Sarebbe stato interessante capire il perché di queste scelte e di altre ancora, come quella di avere nel Comitato Scientifico oltre a Parsi anche un estremista come Avraham Burg, per il quale la specificità ebraica di Israele è un abominio, tanto da avere chiesto alla Suprema Corte israeliana di fare in modo che dal Ministero degli Interni venga cancellto ogni riferimento alla sua identità ebraica.
Riteniamo altamente problematico che una ONLUS la quale ha come propria ragione d’essere quella di volere riconoscere il bene fatto da uomini e donne di tutte le nazioni, al punto di avere voluto estendere la categoria ebraica di Giusto tra le Nazioni, istituita dal Memoriale della Shoah di Yad Vashem in Israele, prediliga poi nelle sue scelte di collaboratori e di contributi al sito che ad essa fa riferimento, quelli più pretestuosamente critici se non palesemente avversi nei confronti di Israele.
Riteniamo altresì che farebbe molto bene a Gariwo prendere atto di questo stato di cose, agendo concretamente per porvi rimedio. Ne va della sua credibilità.