Mi congratulo con il generale di brigata in pensione Yossi Kuperwasser, per la sua analisi accurata e perspicace. Detto questo, credo che il suo piano renda in fieri Hamas più pericoloso, e non meno insidioso, per Israele.
Kuperwasser auspica che Israele ponga fine alla minaccia di Hamas “disarmandolo, proibendone il riarmo e dimostrando in maniera inconfutabile che minacciare Israele è indiscutibilmente contro i suoi interessi”. Ciò lascerà Hamas “indebolito e scoraggiato nei confronti di Israele, ma abbastanza forte da governare Gaza”. Se il governo israeliano dovesse attuare il piano di Kuperwasser, Hamas non potrà più tormentare gli israeliani lanciando razzi verso le città vicine, come Sderot, né potrà dare fuoco ai terreni agricoli con aquiloni e con palloni incendiari, con preservativi gonfiati con l’elio, e non potrà nemmeno lanciare razzi per fermare una manifestazione a Gerusalemme. Ciò esercita un’evidente attrazione su una popolazione israeliana che è sotto assedio, ma che teme di tornare a Gaza dopo il ritiro unilaterale del 2005.
Al che rispondo, fermare gli aquiloni, i razzi e i missili è, ovviamente, un vantaggio per Israele. Ma un Hamas privato di munizioni aeree pur avendo ancora il controllo di Gaza diventa più o meno l’equivalente islamico dell’Autorità Palestinese (AP). Ciò offre ad Hamas una grande opportunità. Il governo israeliano ha permesso all’Autorità Palestinese, nel corso dei suoi quasi trent’anni di esistenza, di aggredire il Paese principalmente in due modi: attraverso la violenza e mediante la delegittimazione. Non importa in che modo orribile agisca l’AP in questi due ambiti, il sistema di sicurezza israeliano la protegge e il primo ministro la finanzia.
La violenza: Sempre che valga il precedente dell’Autorità Palestinese, Hamas può liberamente incitare, finanziare e armare una serie di attacchi di basso livello contro gli israeliani, tra cui lapidazioni, accoltellamenti, linciaggi, speronamenti con auto, sparatorie, attentati, incendi dolosi e intifada su vasta scala. Dovrebbero essere presi in considerazione anche i tunnel e i droni suicidi. In breve, “disarmare” Hamas è un’illusione. La violenza continuerà e potrebbe addirittura peggiorare.
La delegittimazione: Prendendo atto di ciò che dice l’Autorità Palestinese riguardo al suo “partner per la pace”, Hamas dovrebbe essere libero di urlare qualsiasi diffamazione desideri: che gli ebrei discendono dai maiali e dalle scimmie; che il sionismo rappresenta un movimento imperialista di suprematisti bianchi che sottomettono un popolo indigeno; che Israele opprime, sfrutta e massacra una popolazione vittima come lo fu Cristo. Inoltre, possono ritrarre Benjamin Netanyahu come il nuovo Hitler, Gaza come un campo di concentramento e i palestinesi come vittime di cinquanta Shoah.
Potrei fermarmi qui, dopo aver sostenuto la mia tesi a favore dei limitati benefici del piano di Kuperwasser, il quale risolverebbe un problema, ma ne lascia intatti altri due. Ma l’attuazione di questo piano potrebbe rendere Hamas ancora più pericoloso per Israele. Ecco la mia argomentazione.
Sebbene l’antisionismo palestinese esista da oltre un secolo (1920: “La Palestina è la nostra terra e gli ebrei sono i nostri cani”), è decollato negli anni Novanta quando la Sinistra si è rivoltata contro Israele. Gli Accordi di Oslo del 1993 firmati nientemeno che sul prato della Casa Bianca hanno creato l’Autorità Palestinese, che ha convinto i buoni e i grandi del mondo di aver in tal modo accettato l’esistenza dello Stato ebraico, cosa che ha così reso l’AP la beniamina della politica mondiale. Naturalmente, l’Autorità Palestinese non ha fatto nulla del genere, ma ora potrebbe diffondere il messaggio antisionista sopra sintetizzato in modo molto più efficace di prima.
La Conferenza delle Nazioni Unite contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e la correlata intolleranza, tenutasi a Durban nel 2001, ha simboleggiato questa versione palestinese, che ha assunto un’importanza senza precedenti e da allora è aumentata. Essendo quella palestinese, la causa rivoluzionaria preferita al mondo, i palestinesi possono fare appello alle simpatie e alle risorse di una rete di sostegno esclusiva che annovera dittatori, esponenti dell’estrema Sinistra, estremisti di Destra, le Nazioni Unite, altre organizzazioni internazionali e legioni di islamisti, giornalisti, attivisti, educatori, artisti, preti e benefattori assortiti.
L’antisionismo ha di recente raggiunto livelli finora inimmaginabili, tra cui la presidenza del Cile, il premierato in Scozia, il leader dell’opposizione nel Regno Unito e la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. Le tendenze attuali stanno a indicare che il Palazzo dell’Eliseo, il numero 10 di Downing Street (la residenza ufficiale del primo ministro britannico di turno, N.d.T.) e la Casa Bianca sono facilmente raggiungibili. Ciò rappresenta un pericolo molto maggiore per Israele rispetto agli attacchi cinetici.
In altre parole, mentre la violenza palestinese non rappresenta una minaccia esistenziale per Israele, non è così per la delegittimazione palestinese. In questo caso, le parole sono più pericolose degli esplosivi. (Il contrario vale per Hezbollah e per l’Iran.)
Fino ad ora, e a differenza dell’Autorità Palestinese, Hamas continua ad essere ampiamente ostracizzata come organizzazione terroristica, e in gran parte a causa di quegli aquiloni, dei razzi e dei missili. Se Hamas perdesse la capacità di lanciare razzi, i suoi leader potrebbero voler emulare il percorso dell’AP e firmare tardivamente gli Accordi di Oslo (magari di nuovo sul prato della Casa Bianca?). Se così fosse il movimento palestinese porrebbe automaticamente fine alla sua denominazione terroristica e si trasformerebbe anch’esso in un beniamino della comunità internazionale. In tal modo, si aggiungerebbe un messaggio islamista di delegittimazione a quello nazionalista dell’Autorità Palestinese, accelerando e rafforzando notevolmente la portata dell’antisionismo palestinese.
Gli israeliani, abituati a una vita di oltraggi, tendono a ignorare la delegittimazione come un dato di fatto. L’invettiva è diventata un lamentoso rumore di fondo. I palestinesi figurano a malapena nella politica israeliana. Lo stratega israeliano Efraim Inbar li definisce in modo pittoresco “un fastidio strategico”.
Da outsider, ritengo che gli israeliani sottovalutano il crescente impatto del veleno palestinese. Sì, è vero, i prodotti israeliani – le armi, l’alta tecnologia, le attrezzature mediche, i metodi agricoli, la tecnologia idrica – hanno trovato un mercato globale. Certo, il suo esercito non ha rivali regionali. Ma questi punti di forza non liberano gli israeliani dalla questione in sospeso di ottenere l’accettazione palestinese. Fino ad allora, la delegittimazione palestinese minaccerà Israele non meno delle armi nucleari iraniane.
In questo modo il piano Kuperwasser aumenta potenzialmente il pericolo che Hamas rappresenta per Israele, scambiando un nemico più violento ma meno influente con un nemico meno violento ma più influente. Un Hamas disarmato che continua a governare Gaza è una cura peggiore della malattia.
https://www.danielpipes.org/21875/disarming-hamas-is-an-illusion
Traduzione di Angelita La Spada