Israele e Medio Oriente

Dead men walking

A due settimane dalla presunta uccisione a Gaza di Mohammed Deif, “l’ombra”, uno dei più imprendibili leader di Hamas, ora è il turno di Ismail Haniyeh a Teheran, dove si era recato ieri per rendere omaggio al nuovo presidente eletto.

Haniyeh una delle figure principali del politburo di Hamas insieme a Kaled Meshal, il 29 ottobre scorso, da Doha, esilio dorato condiviso con Meshal, proclamava «Abbiamo bisogno del sangue di donne, bambini e anziani palestinesi. Abbiamo bisogno di questo sangue per risvegliare dentro di noi lo spirito rivoluzionario, per risvegliare in noi la sfida, per spingerci avanti»https://www.linformale.eu/israele-e-gli-adoratori-della-morte/ .

Poche ore prima, a Beirut, con un attacco mirato come quello a Teheran, Israele eliminava Faud Shukr, braccio destro di Hassan Nasrallah e il responsabile principale dell’ala militare di Hezbollah, ritenuto responsabile del lancio del razzo che ha colpito Majdal Shams, villaggio druso nel Golan, causando la morte di dodici tra bambini e ragazzi drusi.

Si tratta di uccisioni mirate, una specialità di Israele, atte a decapitare la leadership del terrore sponsorizzata da Teheran, e che seguono episodi analoghi verificatosi nei mesi precedenti.

L’uccisione di Haniyeh direttamente a Teheran dopo il suo incontro con Ali Khamenei è un ulteriore messaggio recapitato all’Iran dall’inizio della guerra a Gaza, a seguito della distruzione del consolato iraniano a Damasco il primo aprile scorso. Evidenzia come sia solo questione di tempo e di opportunità, prima che Israele colpisca bersagli umani ritenuti legittimi. Non è certo un mistero che, da dopo il 7 ottobre, i leader di Hamas vengano considerati da Israele, morti che camminano.

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