Dafna Meir aveva 38 anni e sei figli. E’ stata uccisa qualche ora fa da un terrorista palestinese, perché ebrea. Quello che è successo, nell’insediamento di Otniel a Hebron, in Giudea e Samaria, porta l’ondata di violenza che sta colpendo Israele a un ulteriore picco.
Non bastano gli attacchi per strada, a Gerusalemme, Tel Aviv e altrove. Adesso entrano anche nelle abitazioni e ammazzano le madri di famiglia davanti agli occhi dei loro figli.
L’assassino non la farà franca, lo sappiamo. Ma non ci consola. Nella stessa giornata di oggi un altro terrorista ha cercato di pugnalare dei soldati ed è stato ucciso mentre a Gerusalemme sono stati arrestati tre palestinesi muniti di lame.
Questo è il clima.
Dafna Meir è la ventottesima vittima dell’Intifada dei coltelli.
Ruth Dureghello, Presidente della Comunità Ebraica Romana, oggi davanti al Papa, nel Tempio Maggiore a Roma, ha ricordato la violenza con cui Israele da mesi deve fare i conti mentre questa Europa ormai priva di qualsiasi dignità pensa a boicottare i suoi prodotti e a esercitarsi nel metterlo nell’angolo.
L’unico “bastione del mondo libero”, come lo ha recentemente definito Naftali Bennett, che si trova in Medioriente.
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