Ad una mese dalla notizia della condanna ad Elon Azaria, il soldato israeliano che ha sparato ad un terrorista palestinese ferito, ormai a terra e apparentemente neutralizzato, è arrivata quella della pena commutatagli: 18 mesi. Una condanna tutto sommato lieve per un reato come quello dell’omicidio, destinata quindi a generare polemiche.
Non v’è dubbio, però, che come già fatto notare lo stato di Israele si sia distinto decidendo di punire un soldato che ha sbagliato, nonostante una parte di opinione pubblica tendesse a difenderlo, soffiando troppo pericolosamente sul fuoco dell’insoddisfazione dei soldati che certo vivono situazioni delicate ogni giorno. Il clima era ulteriormente peggiorato in seguito ad un orribile attentato a Gerusalemme sud, dove a poche ora dalla condanna ad Elon Azaria un camion guidato da un terrorista arabo si era scagliato contro un gruppo di reclute dell’Idf, uccidendone quattro. Un episodio che aveva esacerbato il dibattito sulle regole di ingaggio degli stessi soldati.
Israele però ha voluto rispondere dando una lezione al mondo: le regole ci sono e vanno rispettate. Punire un soldato che sbaglia significa anche premiare i tanti che invece agiscono con correttezza, come i militari che stavano intorno ad Elon Azaria e nella stessa situazione non hanno sparato, perché evidentemente non c’erano i presupposti e le motivazioni per farlo.
C’è però un ulteriore elemento che ha contribuito ad accrescere le polemiche: il capo d’accusa. I giornali italiani insistono nel parlare di “omicidio colposo”, traducendo in modo alquanto superficiale il concetto anglosassone di “manslaughter”.
In effetti, i traduttori on line traducono “omicidio colposo” con “manslaughter” ma il lavoro dei media italiani avrebbe potuto essere maggiormente accurato.
Nei media in lingua inglese si parla di “manslaughter” intendendo un reato diverso rispetto al “murder”, ovvero l’omicidio di primo o secondo grado. Un “murder” di primo grado è un omicidio premeditato oppure di inaudita ferocia, di secondo grado invece è qualunque omicidio volontario che non abbia i requisiti precedenti.
Il “manslaughter” invece è un reato separato, ma non corrisponde necessariamente all’omicidio colposo, cioè totalmente involontario. Può anche essere volontario ma con attenuanti, ad esempio determinato da una particolare e delicata situazione o da una provocazione, oppure da una errata convinzione di agire per legittima difesa. E sembra proprio il caso del soldato israeliano.
In caso di semplice negligenza, quindi omicidio colposo, si parla invece di “involuntary manslaughter”, ma nessun media in lingua inglese ne ha fatto espressamente menzione parlando del caso di Elon Azaria.
La traduzione “omicidio colposo” è quindi una vera e propria gaffe di buona parte dei media italiani.