Quello che si è chiuso, con il recente ritiro americano, è solo l’ultimo capito di storia afghana che per molti aspetti è sempre uguale a se stessa.
Molto brevemente proveremo a descrive la storia delle invasioni, delle alleanze e dei ritiri dall’Afghanistan delle potenze mondiali negli ultimi 200 anni. Come si vedrà ognuna di queste avventure militari ha avuto effetti simili a quelle successive.
Le motivazioni e i contesti storici sono stati molto diversi gli uni dagli altri ma i risultati sono stati analoghi: la sconfitta degli eserciti invasori e il ritorno graduale delle popolazione afghana alle antiche consuetudini tribali.
La Gran Bretagna fu il primo paese europeo che si interessò concretamente all’Afghanistan tanto da decidere la sua invasione nel 1839 (1839-42 prima guerra angolo-afghana). La decisione di avventurarsi tra le impervie e inospitali vallate afghane fu dettata da una duplice priorità strategica, in quanto l’India e l’estremo Oriente, dopo la perdita della colonia americana, divennero il nuovo baricentro della Gran Bretagna, di conseguenza l’Afghanistan si trasformò in un territorio importante per contenere l’espansionismo russo degli Zar verso i “mari caldi” da un lato e per puntellare la stabilità politica e commerciale del sub continente indiano. Gli interessi economici detenuti dalla britannica Compagnia delle Indie Orientali erano grandissimi, tanto è vero che il Consiglio Direttivo della Compagnia istituito nel 1784 di fatto controllava a nome dell’Impero britannico tutto il sub continente indiano diviso in una miriade di piccoli e deboli Stati confederati sotto egida britannica. Nel 1858, vista la crescente importanza commerciale dell’India, la Gran Bretagna istituì un vice regno affidato ad un segretario di Stato. Nella seconda metà dell’800 gli inglesi iniziarono a ritirarsi dall’Afghanistan in quanto il suo controllo era troppo dispendioso in termini di vite umane e costi economici: le varie tribù afghane erano estremamente agguerrite e fiere della propria indipendenza. Le tradizioni locali non furono scalfite dall’occupazione britannica durata diversi anni.
Sempre nel corso del XIX secolo ad Oriente, l’Impero cinese diventò sempre più debole e di conseguenza le principali Potenze europee iniziarono a vedere questo vastissimo territorio sempre più come un potenziale mercato di esportazione per i propri prodotti. Tuttavia i cinesi si erano sempre dimostrati molto interessati all’esportazione dei propri manufatti ma ben poco propensi ad acquistare i prodotti europei. In pratica gli inglesi non producevano o possedevano nulla che interessasse i cinesi. Un po’ alla volta i britannici capirono che l’unico prodotto che poteva interessare ai cinesi era l’oppio, e di oppio in Afghanistan se ne poteva coltivare moltissimo. Per questa ragione gli inglesi iniziarono a comprare quantità sempre più grandi di oppio dai coltivatori afghani per rivenderlo nel mercato cinese visto che la produzione indiana non era più sufficiente.
In Cina l’oppio come altre droghe era proibito da un editto imperiale del 1796. Questo editto ne vietava l’importazione, il commercio e l’uso che nei decenni precedenti era aumentato in maniera considerevole. Nei primi decenni dell’800 gli inglesi iniziarono a contrabbandarne in Cina quantità sempre maggiori al fine di ridurre il disavanzo commerciale con l’Impero celeste. Nel 1839 l’Imperatore cinese si decise per una nuova stretta contro il traffico dell’oppio visto che, oltre a causare un incredibile numero di tossicodipendenti, era alla base di un all’armante fenomeno di corruzione e di deficit commerciale. Fu introdotta quindi la pena di morte per i trafficanti e gigantesche quantità di oppio furono sequestrate ai mercanti inglesi. La gran Bretagna reagì inviando una flotta da guerra che occupò alcune città costiere e altre ne bombardò. Alla fine l’imperatore cinese fu costretto a fare marcia in dietro e il traffico d’oppio riprese copioso.
La seconda guerra britannica in Afghanistan fu combattuta tra il 1878 e il 1881. Anche questa guerra e relativa invasione del territorio afghano fu decisa dalla Gran Bretagna per contrastare l’influenza russa e il suo tentativo di spingersi a sud verso India e Persia. Fu una guerra cruenta e sanguinosa sia per gli afghani che per le truppe britanniche. Anch’essa si risolse con il disimpegno inglese dal paese a fronte del sostegno finanziario e politico britannico a favore di uno dei signori della guerra afghani alleati degli inglesi. Di fatto gli inglesi si limitarono a controllare la politica estera e il commercio, e lasciarono all’Afghanistan una formale indipendenza sotto il dominio di una delle tribù che ne componevano il tessuto etnico. Anche in questo caso nulla fu fatto per modificare l’arcaica e ben radicata società tribale del paese.
La disputa tra la Gran Bretagna e la Russia zarista ebbe un primo epilogo nel 1907 quando i russi accettarono un accordo con gli inglesi che stabiliva il protettorato britannico dell’Afghanistan e questo portò ad un periodo di pace per oltre un decennio. Ma le carte furono nuovamente rimescolate nel 1919 quando l’Emiro afghano fu assassinato e iniziò così una corsa alla sua successione che vedeva le fazioni rivali appoggiate dagli inglesi e dai russi su fronti contrapposti. Alla fine la spuntò Amanullah Khan terzogenito dell’Emiro assassinato. Il fatto sconcertante per gli inglesi fu il comunicato con il quale il nuovo Emiro si auto proclamava “Emiro di un Afghanistan libero e indipendente” e non più sotto protettorato britannico.
Non contento di questa “auto proclamata” libertà d’azione sia a livello di politica interna che di politica estera, il nuovo Emiro, pensò di potere muove guerra all’India britannica. Convinto che fosse imminente una sollevazione a Peshawar e nell’area limitrofa, decise di invadere quella regione il 3 maggio 1919 iniziando così la terza guerra anglo afghana.
Gli inglesi furono colti impreparati da questo attacco e dall’incitamento al Jihad invocato da Amanullah Khan. Per diverse settimane si verificarono cruenti combattimenti – principalmente in territorio indiano – ma alla fine gli inglesi, grazie all’uso massiccio dell’aviazione contro le città afghane e i suoi abitanti civili, costrinsero le truppe di Khan a ritirarsi oltre il confine. L’8 agosto 1919 fu firmato il trattato di pace di Rawalpindi con il quale si sanciva la completa indipendenza dell’Afghanistan. Da questo momento fino all’invasione sovietica del 1979, il paese godette di una relativa crescita economica oltre che di una certa modernizzazione della società e dei suoi costumi. Anche per le donne afghane (nei soli centri urbani più importanti e per chi poteva studiare all’estero) fu un periodo di emancipazione così come lo era stato in Iran sotto lo Scià.
Il 1979 fu un anno cruciale per l’Afghanistan e per il mondo islamico in generale. Infatti fu l’anno dell’invasione sovietica, tanto bramata fin dall’epoca zarista, e contestualmente l’anno della rivolta in Iran che portò al potere gli Aytollah.
La presa del potere da parte di Khomeini ebbe un impatto enorme in tutto il mondo musulmano. Il suo fanatismo religioso non ebbe effetti solo sulla componente sciita del mondo islamico ma portò ad un inasprimento della visione Wahabita dell’Arabia Saudita nella parte sunnita dell’Islam. Da questo momento in poi si è assistito ad una rincorsa al fanatismo religioso da parte di molti Stati islamici (soprattutto finanziati con i soldi sauditi e delle monarchie del golfo).
In Afghanistan la guerra provocata dall’invasione sovietica durò fino al 1989 ed ebbe un impatto devastante nella società. Da un lato fu una guerra che raggiunse livelli di crudeltà e di barbarie ai danni dei civili che pochi conflitti possono vantare. Dall’altro la società (per larga parte ancora tribale) si fanatizzò grazie anche ai combattenti stranieri che giungevano numerosi per unirsi a quelli locali. Il grande regista di questa regressione fu in primis l’Arabia Saudita. Gli americani furono molto miopi acconsentendo a questa trasformazione vista unicamente in ottica prevalentemente anti sovietica. Furono questi gli anni in cui furono gettate le basi ideologiche che portarono al potere i talebani e favorirono la nascita di Al Qaeda.
E’ bene ricordare che i talebani, che arrivarono a controllare l’intero paese tra il 1996 e il 2001, furono “formati” nelle scuole coraniche in Pakistan finanziate dall’Arabia Saudita. Di scuole di questo tipo ce ne sono numerose in tutto il mondo, principalmente, in Pakistan, Indonesia, Malesia, Bangladesh, in numerosi paesi africani e perfino in Europa: in Kosovo e Bosnia.
E’ opportuno evidenziare che quando i talebani presero il potere nel 1996, come è successo l’agosto scorso, lo fecero con il favore della grande maggioranza (maschile) della popolazione.
L’invasione americana del 2001 è stata un dejà vu di quanto successo a partire dall’800. L’unica differenza è stata la durata: ben 20 anni. Anche in questo caso 20 anni di presenza americana non sono riusciti a modificare sostanzialmente la struttura sociale afghana ancorata caparbiamente nella tradizione tribale e nel fanatismo religioso. La dimostrazione è stato il fulmineo disfacimento dell’esercito e delle istituzioni afghane minate da una corruzione endemica e ben poco rappresentative al di fuori dei pochi e grandi centri urbani.
L’unica invasione che ha avuto conseguenze durature e che ha modificato profondamente il carattere culturale afghano è stata quella islamica avvenuta tra il VII e VIII secolo. Da allora le inospitali e impervie valli afghane hanno respinto tutti i tentativi di conquista esterni.